
Il Comune di Vibo Valentia ha ricevuto circa 20 milioni di euro dal PNRR per 13 progetti di rigenerazione urbana, già appaltati e in gran parte cantierati. Marciapiedi nuovi, piste ciclabili, giardini, sottopassi decorati, illuminazione artistica. Tutto bello. Tutto fotografabile. Tutto esteticamente rassicurante.
Peccato che non abbia creato nemmeno un posto di lavoro stabile. Si è investito in opere leggere dal punto di vista economico: cantieri rapidi, visibili, ad alto rendimento elettorale ma a bassissimo impatto sul Pil. A Vibo, si rifanno piazze da decenni, ma i giovani continuano a partire e le imprese locali chiudono. “Cantieri ovunque, economia ferma”: è questa la paradossale equazione che mostra totale mancanza di visione di una politica che vuole evidentemente bene a se stessa e non allo sviluppo del territorio.
20 milioni per l’estetica urbana: marciapiedi sì, lavoro no
Secondo i dati di openpnrr.it, il Comune di Vibo Valentia ha gestito circa 20 milioni di euro su 13 progetti, quasi tutti legati alla rigenerazione urbana: restyling di piazze, piste ciclabili, arredi urbani. Cantieri completati, foto per i social dei sindaci, nastri tagliati. Ma intanto nessun rilancio economico e nessun posto di lavoro stabile generato.
Nemmeno il turismo — settore trainante di Tropea e del litorale vibonese — ha ricevuto un euro. E i giovani continuano a lasciare la provincia, che resta fanalino di coda per Pil e occupazione.
Scuole e ospedali: interventi spot, senza sistema
Anche in ambito scolastico e sanitario si procede a piccoli passi. Alcune strutture sportive scolastiche sono state finanziate a Tropea, Nicotera e Vibo con cifre fra i 90.000 e i 246.000 euro. Bene, ma troppo poco per parlare di salto di qualità. Quanto alla sanità, all’Ospedale Jazzolino di Vibo sono stati stanziati circa 21,6 milioni (metà PNRR, metà Regione) per adeguamento sismico ed efficientamento energetico. La Asp di Vibo ha ricevuto inoltre 2,99 milioni per case di comunità, telemedicina e grandi apparecchiature. Ma i servizi restano carenti, e nessuna rivoluzione si vede all’orizzonte.
Pil stagnante e Sud dimenticato
Il Pilp del Vibonese resta stagnante o in lieve calo, in linea con la media calabrese (+0,5% nel 2023, contro l’1,8% nazionale). L’impatto reale del Pnrr? Minimo o nullo. Eppure la narrazione istituzionale continua a parlare di “successo del Piano”. Il vero successo, a oggi, è solo quello delle gare d’appalto facili da gestire: lavori pubblici rapidi, burocrazia minima, progetti standardizzati. Una logica da “spesa facile”, ma senza visione né futuro.
Grandi assenti: infrastrutture e turismo
Tra i grandi esclusi del PNRR vibonese ci sono i collegamenti strategici. La strada statale 182 “Trasversale delle Serre”, che collega Vibo a Soverato, è in costruzione da anni, ma non è inclusa tra i progetti finanziati. L’alta velocità ferroviaria Salerno–Reggio è prevista nel Pnrr calabrese, ma Vibo non è beneficiaria diretta.
Nessuna voce anche su interventi aeroportuali: collegare Lamezia Terme a Tropea avrebbe avuto senso, ma non se ne parla. Sulla rete idrica, in una delle province con i disservizi peggiori d’Italia, nessun progetto PNRR approvato. Solo il silenzio delle istituzioni.
Le vere cause: burocrazia, carenza di visione e diseguaglianze strutturali
Come mai tutto questo? I motivi sono chiari. Si è scelto di procedere con progetti cantierabili più facili: rifare un marciapiede è semplice, finanziare un polo logistico no. A ciò bisogna aggiungere una carente capacità progettuale: nei comuni mancano tecnici e figure specializzate per elaborare proposte complesse. Poi c’è la solita assenza di governance sovracomunale: nessuna cabina di regia provinciale ha aggregato interventi turistici o logistici. Le conseguenze: scelte sbagliate. Mentre il Nord punta su infrastrutture, digitale e imprese, qui si fa solo decoro urbano.
E ora? Serve un’inchiesta vera
Occorre capire chi ha deciso, con quali criteri, e quali alternative sono state ignorate. Perché Vibo Valentia ha ricevuto milioni per imbiancare piazze, ma nulla per rendere raggiungibile Tropea, cuore del turismo calabrese? Serve un confronto con territori simili — come l’interno della Sicilia, dove i fondi PNRR sono andati anche a logistica e rete idrica — per capire se siamo di fronte a un fallimento locale o sistemico. E serve ascoltare i cittadini: commercianti, turisti, giovani, per misurare l’impatto reale del “piano della ripresa” su una provincia che continua a scivolare indietro.
Turismo tradito: Tropea superstar senza collegamenti
Nel frattempo, Tropea, Capo Vaticano, Pizzo, Zambrone e Parghelia brillano nelle classifiche delle mete estive più ambite d’Italia. Ma per raggiungerle dall’aeroporto di Lamezia Terme serve un pellegrinaggio. Nessun collegamento veloce, nessun treno dedicato, nessuna intermodalità. Altro che Roma-Fiumicino. Il Pnrr, per semplice logica, avrebbe potuto finanziare un servizio ferroviario rapido tra Lamezia e la Costa degli Dei o ammodernare le vetusta “strada del mare” che collega le principali località turistiche vibonesi da Pizzo fino a Capo Vaticano. Invece, nulla. Meglio rifare panchine. Meglio tappare buche.
Il rischio: Recovery o Requiem?
Se non cambia rotta entro il 2026, la Calabria perderà anche questa occasione storica. E il Vibonese, perla del turismo regionale, resterà una cartolina senz’anima. Con piazze bellissime (?), ma senza treni, senza acqua e senza futuro. Il Pnrr poteva essere la svolta. Rischia di essere la farsa. La domanda è: chi ha deciso di non decidere?
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