30 Giugno 2025
Corte dei Conti: “Affrontare criticità del personale infermieristico”


“Alle carenze di personale nelle strutture pubbliche, si sono accompagnati segnali e andamenti preoccupanti: il mancato ricambio in alcune specializzazioni, le criticità crescenti sul fronte del personale infermieristico anche a causa dell’elevato numero di pensionamenti attesi; le difficoltà di rendere operative le strutture previste per la riforma dell’assistenza territoriale, dove rimane centrale per la funzionalità delle stesse la promozione dell’integrazione e la valorizzazione del ruolo dei medici di medicina generale (MMG), pediatri di libera scelta (PLS) e specialisti ambulatoriali nei nuovi modelli organizzativi regionali”.

È questo uno dei passaggi più significativi della «Relazione sul Rendiconto Generale dello Stato 2024» diffusa il 26 giugno 2025 dalla Corte dei Conti. Il quadro riservato alla salute presenta come ogni anno luci e ombre. Se da un lato emergono segnali di miglioramento in alcune aree specifiche, dall’altro persistono criticità strutturali che continuano a condizionare l’efficacia del sistema sanitario nazionale.

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RISORSE FINANZIARIE IN CONTRAZIONE E DIFFICOLTÀ DI SPESA

Il Ministero della salute, che ha riassorbito non solo il debito di nuova formazione ma anche il debito pregresso, segnala la Relazione. “Il risultato è particolarmente importante in quanto, la gran parte del debito del Ministero era generato dalle spese sostenute a titolo di indennizzo e risarcimento”. A fronte di questo dato estremamente positivo, la gestione 2024 del Ministero della Salute ha registrato una significativa riduzione delle risorse disponibili, “con una dotazione finanziaria iniziale di 2.406 milioni di euro, in calo dell’11% rispetto ai 2.697 milioni del 2023. La flessione più marcata ha riguardato la spesa in conto capitale (-24%), principalmente dovuta ai definanziamenti degli investimenti del Piano Nazionale Complementare per progetti strategici come “Verso un ospedale sicuro e sostenibile” ed “Ecosistema innovativo per la salute”.

La capacità di impiego delle risorse disponibili migliora. Prendendo in considerazione la capacità di attivazione degli stanziamenti, riferita ai soli impegni di competenza, risulta pari all’89 per cento (era 88,3 nella gestione 2023). Nell’esercizio 2024, invece, peggiora anche il tasso di finalizzazione della spesa, che passa dal 53,6 per cento del 2023 al 50,1 per cento. La capacità di spesa peggiora nelle missioni “tutela della salute” (da 47 a 45) e nella missione “ricerca e innovazione” (da 80 a 75), spiega l’organo contabile dello Stato.

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DIVARIO TERRITORIALE NEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA

Il monitoraggio dei LEA per il 2023 conferma il permanere di significative disparità territoriali, spiega il documento della Corte dei Conti “con solo 13 Regioni che raggiungono la sufficienza in tutti i livelli di assistenza, rispetto alle 15 del 2019. Il dato evidenzia come l’impatto della pandemia non sia stato ancora completamente superato. Le maggiori criticità si concentrano nelle Regioni meridionali, dove quattro territori (Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia), tutti in Piano di rientro, risultano non pienamente conformi agli standard richiesti. Particolarmente deficitarie risultano le aree della prevenzione e dell’assistenza distrettuale, mentre si confermano i risultati positivi del Centro-Nord. La situazione richiede un’intensificazione dell’attività di affiancamento delle Regioni sottoposte ai Piani di rientro, con 1.579 provvedimenti valutati nel 2024”.

PREVENZIONE E SCREENING: RISULTATI CONTRASTANTI

Nel campo della prevenzione emergono andamenti contrastanti secondo la Relazione. “Dopo il significativo recupero del 2022, le coperture vaccinali hanno registrato una battuta di arresto nel 2023, con le vaccinazioni pediatriche che non raggiungono ancora i livelli pre-pandemia e persistenti ritardi nei richiami per età scolare e adolescenziale. Solo 13 Regioni adempiono pienamente all’obbligo vaccinale per la polio. Migliore la situazione per la vaccinazione anti-HPV nelle quindicenni (69,6%), anche se ancora sotto la soglia ottimale del 95%. Persiste, la bassa copertura della vaccinazione antinfluenzale nell’anziano (53,3 per cento in media nazionale) rispetto all’obiettivo del 75 per cento, accentuando la tendenza in riduzione dopo la pandemia (la copertura aveva raggiunto il 65,3 per cento nella stagione 2020-21). Un quadro diverso e non positivo emerge se si guarda alla popolazione straniera e, più in particolare, ai migranti. Nonostante la normativa italiana preveda che gli stranieri, anche senza permesso di soggiorno, possano accedere alle cure urgenti o essenziali, persistono realtà con un livello non adeguato di assistenza. Per quanto riguarda gli screening oncologici, tutte le Regioni hanno adottato programmi specifici, ma i livelli di copertura restano deficitari, particolarmente al Sud, nonostante l’operatività del Piano oncologico nazionale 2023-2027″.

LISTE D’ATTESA E RISPOSTE ORGANIZZATIVE

Il problema delle liste d’attesa mostra un quadro composito con progressi selettivi, riporta ancore la Corte dei Conti: «Le prestazioni più urgenti registrano una percentuale di garanzia del 76%, in miglioramento rispetto all’anno precedente, mentre quelle di media urgenza raggiungono il 74,5%. Tuttavia, permangono criticità significative con 6 Regioni che non raggiungono la soglia minima del 60% per le prestazioni urgenti. Per affrontare queste sfide, l’Amministrazione ha puntato su un approccio integrato che combina provvedimenti economici e modifiche organizzative. Il rinnovo dei contratti collettivi ha previsto aumenti retributivi e nuove indennità. Le procedure di stabilizzazione hanno interessato 5.186 unità nel 2024, in un contesto di progressivo invecchiamento del personale e crescenti difficoltà di ricambio generazionale. Per arginare la perdita di personale, con il CCNL Area Sanità 2019–2021 si è puntato, inoltre, a migliorare la qualità delle condizioni lavoro, promuovere il benessere psico-fisico e favorire l’equilibrio tra vita privata e attività professionale, rafforzando le politiche di welfare aziendale e promuovendo percorsi formativi sulla sicurezza e prevenzione delle aggressioni».

Nel concludere la Relazione sottolinea nuovamente proprio questi aspetti e «la necessità di rafforzare il ruolo e valorizzare le competenze dei professionisti sanitari, vigilando sul corretto esercizio delle loro attività, promuovendo la crescita professionale e la collaborazione sinergica tra le categorie, nel contesto dei nuovi modelli organizzativi del SSN».

Un richiamo che va in parallelo con quanto affermato in modo netto dal procuratore generale della Corte dei Conti, Pio Silvestri, nella sua requisitoria: «È necessario rimettere al centro del “villaggio salute” il professionista sanitario (il medico e l’infermiere) in modo che, adeguatamente remunerato, possa essere determinante nei processi decisionali e di gestione delle strutture deputate alla cura. La rivalutazione del capitale umano risulterebbe anche funzionale all’abbattimento del vergognoso, per un Paese civile, fenomeno delle liste di attesa, garantendo al contempo la migliore uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale».

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