
Milano, 2 luglio 2025 – A Milano Bovisa, nella zona che un tempo ospitava officine e ora pulsa d’innovazione, c’è un luogo in cui le piccole e medie imprese italiane possono non solo parlare di futuro, ma viverlo. È MADE – Competence Center Industria 4.0, un ecosistema creato nel 2019 su iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico dopo il lancio del Piano Industria 4.0 del 2016 per accompagnare le aziende manifatturiere nella transizione digitale e sostenibile. Ospitato fisicamente nel campus Bovisa del Politecnico di Milano, MADE4.0 è nato come consorzio autonomo di 51 partner, tra aziende tecnologiche, università, un ente pubblico (Inail). Un competence center il cui obiettivo è quello di permettere alle imprese di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale, favorendo una crescita economica sostenibile e inclusiva, creando sinergie tra Università, aziende. A Milano, MADE non è un laboratorio di ricerca né una vetrina museale: è una fabbrica dimostrativa ipertecnologica e operativa, costruita per offrire alle pmi un percorso concreto verso l’innovazione. “Qui non mostriamo il futuro, ma il presente che le aziende dovrebbero già realizzare”, spiega Marco Taisch, presidente del competence center. “MADE nasce per spiegare cosa significa davvero Industria 4.0, aiutando le imprese a toccare con mano le tecnologie già sul mercato e a capire come applicarle”, continua.
Una fabbrica per le imprese che vogliono crescere
Su 2.500 metri quadri MADE ha ricostruito una fabbrica completa, scomposta in sei aree tematiche e popolata da oltre 70 tecnologie già disponibili: robot collaborativi, macchine utensili digitalizzate, sistemi di automazione, manutenzione predittiva, sensori IoT, soluzioni di realtà aumentata, intelligenza artificiale. L’idea è quella di un’esposizione modulare, come spiega Taisch: “È un po’ come andare all’Ikea: non si visita un appartamento intero, ma si vedono esempi di stanze e soluzioni che si possono replicare. Così anche una pmi può dire: questa tecnologia fa per me. Noi diciamo che una fabbrica si mangia a fette, come un elefante. Altrimenti spaventa”. Il modello funziona: tra il 2021 e il 2024 MADE ha accolto oltre 33.000 partecipanti in più di 530 eventi di orientamento, coinvolgendo 16.000 imprese. Solo nei primi mesi del 2025, le attività di orientamento hanno già coinvolto 1.900 partecipanti da oltre 700 aziende. E tutto questo con un’efficienza economica notevole: “Per la finanza pubblica, un’ora di orientamento costa meno di 12 euro – sottolinea Taisch –. Ecco perché dico che questo modello è efficiente e andrebbe replicato”.
Formare le competenze per guidare il cambiamento
Dopo l’orientamento, molte aziende decidono di intraprendere un percorso formativo. MADE ha erogato dal 2021 oltre 76.000 ore di formazione, coinvolgendo 3.800 persone da 373 aziende. I corsi, costruiti sulla base dei fabbisogni espressi direttamente dalle imprese, coprono tutte le tecnologie abilitanti di Industria 4.0: dal digital twin all’intelligenza artificiale, dalla cybersecurity alla gestione del dato. “Non è la solita formazione tecnica”, chiarisce Taisch. “Lavoriamo anche con il management – aggiunge -, per introdurre una cultura del cambiamento e aiutare le aziende a comprendere il valore strategico del dato”. Nel 2024 il 32% dei corsi MADE è stato dedicato all’intelligenza artificiale. Le modalità formative includono sessioni hands-on, percorsi esperienziali e progetti simulati. Parallelamente MADE ha attivato anche la Scuola di Competenze 4.0, in collaborazione con i propri partner, per offrire aggiornamento continuo e riqualificazione professionale su larga scala. “La formazione è l’investimento con il più alto ritorno. Ogni euro speso in formazione genera un impatto moltiplicativo su tutta l’organizzazione”, sottolinea Taisch.
Dalla teoria alla pratica: i progetti industriali
Per le imprese che vogliono fare il salto, MADE offre un servizio di consulenza personalizzata. Dal 2021 al 2025 sono stati realizzati 446 progetti industriali, di cui 67 nel solo 2024. Il 71% ha coinvolto piccole e medie imprese, con un’incidenza importante anche per le realtà molto piccole. I temi spaziano dall’efficientamento produttivo all’automazione, dall’adozione di tecnologie AI alla sostenibilità ambientale. Le attività vengono realizzate da squadre miste composte da esperti interni e professionisti delle aziende partner – in tutto circa 400 figure altamente qualificate – che garantiscono un aggiornamento continuo sulle frontiere dell’innovazione. “L’innovazione non si compra a catalogo. Serve chi ascolta l’impresa, capisce dove intervenire e propone una soluzione ed è quello che facciamo. Siamo partner, non venditori. Per questo le imprese si fidano”, sottolinea ancora il presidente.
Il ruolo dei fondi del Pnrr
Una leva fondamentale per l’accesso delle pmi all’innovazione è stato l’impiego dei fondi del Pnrr. MADE ha ricevuto due tranche di finanziamenti – 14 milioni nella prima, 9 nella seconda – con l’obiettivo di abbattere i costi dei servizi per le imprese. Attraverso un meccanismo di voucher, le aziende possono accedere a corsi e consulenze con sconti anche superiori al 50%, garantiti direttamente da MADE. “Al Competence Center non diamo finanziamenti. Eroghiamo servizi di qualità a costi ridotti, certificati e tracciati. Ecco perché funziona”, continua Taisch. “I progetti finanziati superano già le 200 unità e hanno permesso di allargare il bacino delle imprese raggiunte, anche in territori distanti da Milano. “Portare un’impresa di una provincia lombarda qui a Milano sembra più difficile che averne una da Rimini – scherza Taisch –. È per questo che stiamo lavorando all’apertura di antenne territoriali per espandere il nostro modello”.
Una best practice italiana che guarda all’Europa
Il valore del modello MADE non è passato inosservato a livello europeo e internazionale. Il centro è oggi coordinatore del nodo italiano di AI Matters, uno dei progetti TEF (Testing and Experimentation Facility) della Commissione europea, pensato per offrire alle imprese ambienti protetti dove sperimentare l’adozione dell’intelligenza artificiale. È anche capofila del network EDIH Manufacturing, che collega 25 Digital Innovation Hub in 15 Paesi europei, tra cui Germania, Francia, Spagna e Belgio. “Da Bruxelles ci portano spesso ad esempio e vengono a visitarci da tutto il mondo: Emirati, Arabia Saudita, Brasile. Siamo riusciti a costruire un ecosistema che funziona davvero”, racconta Taisch. “E l’Italia, per una volta, è modello da imitare”. L’obiettivo futuro? Estendere il format, sia in Italia che all’estero. “Servirebbero 64 competence center per coprire tutto il Paese. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. E magari, perché no, a portare il nostro approccio anche ad Abu Dhabi”.
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