15 Luglio 2025
«Investimenti Ue a favore delle imprese. E più tempo per i prestiti del Recovery»


Dario Nardella, europarlamentare del Pd, Ursula von der Leyen ha deciso di prorogare la sospensione del primo pacchetto di dazi fino al 1 agosto. L’atteggiamento prudente pagherà?

«Io credo che la Commissione Ue si stia muovendo male sul fronte dei dazi. Dimostra troppa paura nei confronti dell’amministrazione Trump. Questo non vuol dire che si debba attaccare a testa bassa, ma avere una strategia più intelligente ed efficace per recuperare il tempo perso».

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Quindi è stato un errore?

«È stato un errore sospendere il primo pacchetto di dazi, a fronte del fatto che sono già in vigore i primi dazi Usa su acciaio, alluminio e componentistica auto. A cui si somma il dazio universale al 10%».

C’è chi dice che la trattativa finora sia stata gestita in modo troppo tecnico…

«Di sicuro serve meno tatticismo e più politica. Secondo, la Commissione Ue non può ragionare come ha sempre fatto, perché Trump ha completamente rivoluzionato le relazioni internazionali. Si è fidata troppo del presidente americano e ora rischia di farsi trovare impreparata».

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Quindi nelle trattative dovrebbero essere coinvolti anche i leader?

«Io credo che i leader Ue debbano affiancarsi alla Commissione per dare più forza e credibilità alla risposta europea, con scelte coraggiose».

Ad esempio?

«Quella di attivare controdazi mirati, per esempio, sugli Stati rossi degli Usa che esportano particolari prodotti come soia e mais, oppure sull’automotive. Oltre alla web tax sulle bigh tech, su cui la Commissione non ha espresso una posizione chiara. A ciò, come detto, andrebbe aggiunto lo sblocco del primo pacchetto di contromisure di 21 miliardi di euro, ora in stand-by. Queste sono le prime tre opzioni da mettere sul tavolo non per alimentare la guerra, ma per iniziare il vero negoziato. Ad oggi la nostra condizione è impari».

Nel caso in cui i dazi rimanessero al 30%, come si dovrebbe agire?

«Sarebbe un disastro, non voglio nemmeno pensare a cosa potrebbe accadere, visto che già il 10% ha un impatto pesante. In ogni caso, però, l’Europa deve accelerare alla massima velocità la firma di accordi con altri grandi leader commerciali mondiali, correre con l’Indonesia e l’India, e chiudere l’accordo del Mercosur, risolvendo alcuni nodi legati all’agricoltura. Sul fronte politico, sarebbe necessario convocare urgentemente una riunione straordinaria con tutti i leader degli Stati del mondo colpiti dal bullismo commerciale di Trump. Penso a un incontro con i leader di Giappone, Canada, Brasile e Messico, per far fronte comune e cambiare la prospettiva: gli Usa, da accerchiatori ad accerchiati».

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Questo non rischia di indispettire ancora di più l’inquilino della Casa Bianca?

«Trump non conosce altro messaggio che non quello della fermezza e dell’autorevolezza dei suoi interlocutori. Scambia la moderazione europea con debolezza».

Bruxelles ha già messo in campo misure speciali in occasione del Covid. È uno schema replicabile anche sui dazi, magari con misure a tutela delle imprese?

«Non possiamo andare avanti con misure straordinarie, ma dobbiamo accelerare l’implementazione del piano Draghi mettendo in campo un piano ambizioso di investimenti finanziato da titoli di debito comuni. In aggiunta, si dovrebbe diluire il piano di ammortamento del prestito di 700 miliardi del Next Generation Eu che, dal 2026, comincerà a pesare per più di 25 miliardi di euro all’anno sul bilancio corrente nell’Unione europea. Questo, in modo da utilizzare le risorse che dovremmo impegnare ripagando le rate del debito del Recovery, ad esempio, su un fondo di supporto per la competitività delle imprese europee per rispondere all’impatto dei dazi».

Il ministro Tajani dice che potrebbe essere utile una nuova politica espansiva della Bce..

«Bene se la Bce riducesse i tassi di interesse, ma oltre a questo bisogna portare avanti gli obiettivi strutturali di decorbanizzazione e competitività. Ricordo che la Commissione ha ridotto di mezzo punto le previsioni di crescita per quest’anno».

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«Io credo che vada tenuto sul tavolo, non si può escludere a priori, ma va gestito in un’ottica di gradualità. Sottolineo che questa guerra commerciale può ritorcersi anche contro gli Stati Uniti. La scorsa settimana, a Strasburgo, abbiamo invitato i distributori americani di vino – il 70% dei consumi di vino negli States è europeo – che hanno protestato vigorosamente contro Trump, visto che questi dazi si scaricherebbero subito su di loro. Anche il calo dei consumi sarebbe un problema per l’America».

Capitolo elezioni regionali. Il modello Giani è replicabile nonostante il veto del M5S?

«Giani è un presidente al primo mandato, ed è apprezzato dai toscani. Credo, alla luce della riunione di ieri, che si può conciliare la sua candidatura alla presidenza con l’allargamento della coalizione. Il compromesso con il Movimento e la riconferma di Giani sono due cose che vanno tenute insieme. Il Pd deve arrivare unito e forte al tavolo con gli alleati».

Valentina Pigliautile

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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