15 Luglio 2025
Immobiliare News | Come la Francia affronta la débacle dei cantieri



Un pacchetto di sconti di vario tipo (contributivi anzitutto, ma c’è anche un piano per lo sviluppo immobiliare competitivo, visto che i terreni incidono oggi per il 30% sul costo totale di costruzione: troppo per rendere un’operazione redditizia).

Così il Governo francese – come del resto quello italiano – sta tentando di rianimare il mattone messo a dura prova da una crisi che l’ha visto tornare ai livelli del 1996.

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Almeno per quanto riguarda il costruito, dove gli ultimi dati ufficiali, comunicati dal ministero della Giustizia territoriale e della casa, confermano uno scenario preoccupante.

Da maggio a luglio la caduta di volumi alla voce nuovi progetti messi in cantiere è stata del 13% (con un bottino di appena 73mila nuove unità immobiliari).

Nello stesso periodo di tempo, la Fpi (Fédération des promoteurs immobiliers) ha fatto invece sapere che i volumi di vendita di residenziale nuovo sono scesi del 23%, a quota 23mila unità.

E se nei pochi mesi che restano per arrivare alla fine del 2014 non ci saranno segnali di discontinuità, il bilancio di fine anno si chiuderà con la vendita al massimo di 300mila unità residenziali di nuova o recente costruzione.

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Poche, se paragonate alla quota 500mila unità/per anno, fissate dal presidente François Hollande come traguardo a cui l’edilizia francese deve tendere.

E in ogni caso, molto al di sotto delle 400mila unità effettivamente vendute, appena qualche anno fa – nel 2011 – quando il mercato non tirava più come prima, ma sembrava avere i numeri e la capacità per non infilarsi nella spirale delle crisi. 

Negli anni successivi invece il comparto ha preso tutt’altra piega, infilandosi in un tunnel che per molti versi assomiglia a quello che ha mandato a picco l’edilizia in Italia.

In primo piano ci sono i developer d’Oltralpe, penalizzati dall’accesso al credito per finanziare nuovi iniziative sempre più difficile e costi di costruzione e dei terreni che non permettono di mettere sul mercato un prodotto a prezzi appetibili.

Dall’altra parte c’è una fascia di potenziali compratori – e anche qui le assonanze con il mercato residenziale italiano sono evidenti – a loro volta in difficoltà in termini di accesso al mutuo per finanziare l’acquisto della casa, di reddito pro-capite in calo e di pericolo disoccupazione dietro l’angolo, come i francesi hanno imparato a conoscere negli ultimi 3-4 anni di declino economico.

Per questa ragione l’Eliseo è corso ai ripari, o almeno ci sta provando.

La strada scelta è quella di un pacchetto di misure (in parte già annunciate e introdotte nei mesi scorsi, in parte annunciate e pronte ad essere introdotte in autunno, un po’ come lo Sblocca Italia da noi).

Questi in sintesi i rimedi: ampliamento delle zone edificabili che beneficeranno del piano di incentivi previsto della legge Duflot (il provvedimento messa a punto da Cecile Duflot, ministro della Giustizia territoriale e della casa nel Governo in carica, che ha lavorato in collaborazione con il socialista francese Manuel Valls nella redazione di un piano di salvataggio).

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Ma sul piatto c’è anche il rilancio dei prestiti per le imprese a tasso zero (il Ptz, prêt à taux zéro), la revisione della fiscalità sui terreni edificabili, con l’obiettivo di mettere i proprietari delle superfici nelle condizioni di vendere più rapidamente i terreni che così arriveranno in contemporanea sul mercato, calmierando prezzi; un piano di dismissione di terreni pubblici (concentrati soprattutto nelle zone rurali), per gli alloggi costruiti nei quartieri a rischi degrado (1.300 sparsi in 700 municipalità); benefici in termini di Tva (l’Iva francese) a tasso ridotto del 5,5%.

L’obiettivo d’altra parte è ambizioso: riuscire a portare a casa dalle 6mila alle 10mila vendite di unità immobiliari nuove l’anno.



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