22 Agosto 2025
I dazi USA non danneggiano le imprese della Lombardia/ “Export aumentato di 0,5 miliardi nel 2025”


Pur a fronte di un inizio del 2025 piuttosto positivo, le imprese della Lombardia pagheranno a caro presso i dazi USA: cosa dicono le stime ufficiali

Con la (forse) definitiva entrata in vigore dei dazi USA è arrivato per le aziende – peraltro nel periodo caldo e sacro delle vacanze estive – di fare i conti con l’inevitabile riduzione degli affari che riusciranno a mettere a segno oltreoceano nel corso dei prossimi mesi, partendo proprio dalla Lombardia che è tra i settori commerciali più sviluppati e internazionalizzati su tutto il territorio italiano, ovviamente con Milano in cima alla classifica degli esportatori.

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Per ora – va detto – i risultati commerciali sembrano essere ancora piuttosto positivi, ma prima di arrivarci vale le pena ricordare che prima ancora che si iniziasse a parlare dei dazi USA (ovvero nel 2024) l’export della Lombardia valeva ben 13,7 miliardi di euro, leggermente calati rispetto al 2023 – in cui fu di 14,2 miliardi -, ma comunque positivo: per il territorio meneghino gli Stati Uniti sono sempre stati il primo mercato extraeuropeo per destinazione, nonché il terzo a livello complessivo (dopo Francia e Germania).



I dazi USA, peraltro, hanno iniziato a fare la loro comparsa massiccia sulle pagine della cronaca politica già a gennaio con le primissime minacce da parte di Trump che hanno impiegato ben 8 mesi a concretizzarsi tra continui alti e bassi: in tal senso, i primi tre mesi del 2025 sono stati – comunque – piuttosto positivi per le imprese lombarde con un totale di 3,7 miliardi esportati, superiori di 0,5 miliardi rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.

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Quale sarà il reale impatto dei dazi USA sulle imprese della Lombardia: le stime tra perdite, PIL e costi energetici

A vedere questi dati verrebbe da dire che le imprese della Lombardia stanno assorbendo bene l’impatto dei dazi USA, ma in realtà si deve tenere conto del fatto che sono dati – appunto – relativi solo al primo trimestre di quest’anno, momento in cui le tariffe erano solamente una delle minacce di Trump: concretamente l’impatto atteso sarà ben diverso e per vederlo dobbiamo affidarci a stime più o meno ufficiali.



Donald Trump (Foto: Ansa)

Secondo i due più importanti istituti statistici italiani ed europei (ovviamente Istat ed Eurostat), infatti, i dazi USA comporteranno un impatto pari a più di 5 miliardi di euro annuali, con contestuale riduzione dei posti di lavoro dato che servirà – a fronte di un’ovvia domanda in calo – ridimensionare le produzioni; mentre secondo Conflavoro si parla di un impatto pari ad almeno 2,3 miliardi di euro, leggermente migliore rispetto al precedente, ma pur sempre importante.

Non solo, perché CNA arriva addirittura a ipotizzare che a causa dei dazi USA il PIL meneghino si ridurrà di circa 0,3 punti percentuali entro la fine di quest’anno e – addirittura – di 0,6 nel corso del prossimo anno e ad aggiungere ulteriore complessità (e costi) ci pensa anche l’impegno dell’Ue ad acquistare 750 miliardi di euro di costosissimo GNL il cui costo ricadrà su imprese e famiglie con bollette più salate.



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