
Pur a fronte di un inizio del 2025 piuttosto positivo, le imprese della Lombardia pagheranno a caro presso i dazi USA: cosa dicono le stime ufficiali
Con la (forse) definitiva entrata in vigore dei dazi USA è arrivato per le aziende – peraltro nel periodo caldo e sacro delle vacanze estive – di fare i conti con l’inevitabile riduzione degli affari che riusciranno a mettere a segno oltreoceano nel corso dei prossimi mesi, partendo proprio dalla Lombardia che è tra i settori commerciali più sviluppati e internazionalizzati su tutto il territorio italiano, ovviamente con Milano in cima alla classifica degli esportatori.
Per ora – va detto – i risultati commerciali sembrano essere ancora piuttosto positivi, ma prima di arrivarci vale le pena ricordare che prima ancora che si iniziasse a parlare dei dazi USA (ovvero nel 2024) l’export della Lombardia valeva ben 13,7 miliardi di euro, leggermente calati rispetto al 2023 – in cui fu di 14,2 miliardi -, ma comunque positivo: per il territorio meneghino gli Stati Uniti sono sempre stati il primo mercato extraeuropeo per destinazione, nonché il terzo a livello complessivo (dopo Francia e Germania).
I dazi USA, peraltro, hanno iniziato a fare la loro comparsa massiccia sulle pagine della cronaca politica già a gennaio con le primissime minacce da parte di Trump che hanno impiegato ben 8 mesi a concretizzarsi tra continui alti e bassi: in tal senso, i primi tre mesi del 2025 sono stati – comunque – piuttosto positivi per le imprese lombarde con un totale di 3,7 miliardi esportati, superiori di 0,5 miliardi rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
Quale sarà il reale impatto dei dazi USA sulle imprese della Lombardia: le stime tra perdite, PIL e costi energetici
A vedere questi dati verrebbe da dire che le imprese della Lombardia stanno assorbendo bene l’impatto dei dazi USA, ma in realtà si deve tenere conto del fatto che sono dati – appunto – relativi solo al primo trimestre di quest’anno, momento in cui le tariffe erano solamente una delle minacce di Trump: concretamente l’impatto atteso sarà ben diverso e per vederlo dobbiamo affidarci a stime più o meno ufficiali.
Secondo i due più importanti istituti statistici italiani ed europei (ovviamente Istat ed Eurostat), infatti, i dazi USA comporteranno un impatto pari a più di 5 miliardi di euro annuali, con contestuale riduzione dei posti di lavoro dato che servirà – a fronte di un’ovvia domanda in calo – ridimensionare le produzioni; mentre secondo Conflavoro si parla di un impatto pari ad almeno 2,3 miliardi di euro, leggermente migliore rispetto al precedente, ma pur sempre importante.
Non solo, perché CNA arriva addirittura a ipotizzare che a causa dei dazi USA il PIL meneghino si ridurrà di circa 0,3 punti percentuali entro la fine di quest’anno e – addirittura – di 0,6 nel corso del prossimo anno e ad aggiungere ulteriore complessità (e costi) ci pensa anche l’impegno dell’Ue ad acquistare 750 miliardi di euro di costosissimo GNL il cui costo ricadrà su imprese e famiglie con bollette più salate.
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