
In Piemonte negli ultimi 10 anni un imprenditore artigiano su quattro ha chiuso bottega. Lo svela un’analisi di CGIA Mestre, pubblicata ieri, che fa una classifica della crisi del settore: la nostra regione è al quarto posto: -26% dal 2014 al 2024, in numeri assoluti significa 43.818 imprenditori in meno, in 10 anni.
Di questi, 7.249 hanno cessato fra il 2023 e il 2024 (-5,5%): 1.158 in provincia di Cuneo (-5,1%), passando da 22.699 a 21.541.
«Negli ultimi 10 anni il numero degli artigiani presenti nel nostro Paese ha subito un crollo verticale di quasi 400mila unità – si legge nel report – Se nel 2014 ne contavamo 1,77 milioni, l’anno scorso la platea è scesa a 1,37 milioni (-22 per cento) (vedi Graf. 1). Pertanto, possiamo affermare con grande preoccupazione che in due lustri quasi un artigiano su quattro ha gettato la spugna. Anche nell’ultimo anno la contrazione è stata importante: tra il 2024 e il 2023 il numero è sceso di 72mila unità (-5 per cento). La riduzione ha interessato tutte le regioni d’Italia, nessuna esclusa. Nell’ultimo decennio le aree più colpite da questa “emorragia” sono state le Marche (-28,1 per cento), l’Umbria (-26,9), l’Abruzzo (- 26,8) e il Piemonte (-26)».
Il datpo “sovra regionale” riferito al NordOvest parla di 130.936 imprese in meno fra il 2014 e il 2024 (-23,4%) e 23.422 in meno nell’ultimo anno (-5,2%)
Guardando la sola classifica del 2023-2024, in Piemonte la provincia di Alessandria è quella che ha registrato il calo più grosso con il -6,1%, poi seguono Torino (-5,7%), Biella e Novara (-5,5%), Asti (-5,2%), Cuneo, Vercelli (-5%) e VCO (-4,7%)
«Ormai in Italia abbiamo più avvocati che idraulici – scrive l’Associazione -. Nei piccoli paesi, per frenare lo spopolamento, bisogna istituire un reddito di gestione delle attività artigiane».
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