20 Agosto 2025
Pnrr, 14 miliardi per i bonus edilizi




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?????Il Pnrr italiano è ancora più ricco, green e digitale di quanto lo fosse quando è nato, nel 2021. Il programma europeo di riforme e investimenti cucito su misura per l’Italia è stato modificato per ben cinque volte. Più di tutti quelli degli altri Paesi Ue. Con le varie modifiche concordate con Bruxelles, di cui l’ultima a giugno, l’Italia è riuscita concretamente a ottenere l’1,5% di risorse in più rispetto ai 191,5 miliardi inizialmente sottoscritti, per toccare quota 194,4 miliardi. Dati che emergono dal rapporto stilato dallo European Parliamentary Research Service, dopo i tre giorni a Roma della delegazione del gruppo di lavoro Ue incaricato del monitoraggio del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Più soldi per l’economia circolare e la digitalizzazione della produzione

I cambiamenti quantitativi più rilevanti rispetto alla prima stesura del piano riguardano la sfera della transizione ecologica. Le risorse dedicate alla missione «economia circolare e agricoltura sostenibile» sono state incrementate del 54,1% nel corso degli ultimi 4 anni (superando gli 8 miliardi) mentre i fondi Ue chiesti dall’Italia per lo sviluppo della «logistica integrata e l’intermodalità dei trasporti» sono incrementati del 51,4% (arrivando a 950 milioni). Quanto alla digitalizzazione, la differenza più significativa si coglie per l’obiettivo della «digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema di produzione italiano»: la copertura aggiornata sfiora quota 25 miliardi di euro, il 4,6% in più di quanto inizialmente deciso.

Non può dunque stupire il fatto che la stragrande maggioranza delle risorse del Pnrr aggiornato sia destinata ad azioni per il clima (quasi 77 miliardi di euro, il 39,5% del totale) e alla transizione digitale (46,7 miliardi ossia il 24%).

Dilazioni debiti fiscali

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Gli investimenti più costosi del Pnrr

Infatti, tra le prime cinque misure di investimento più rilevanti si incontrano i quasi 14 miliardi destinati agli interventi per l’efficientamento energetico e sismico degli edifici, ossia Eco e Sisma Bonus. Per la digitalizzazione e la transizione green dei processi produttivi delle imprese italiane sono stati invece concordati tra Roma e Bruxelles rispettivamente 13,4 miliardi per la Transizione 4.0 e 6,3 miliardi per la Transizione 5.0. E ancora, l’importanza di innovare le connessioni nazionali tanto nei trasporti quanto nelle comunicazioni, è evidenziata dagli 8,7 miliardi concordati per le linee ferroviarie ad alta velocità e i 5,3 miliardi per la diffusione della banda larga e del 5G.

I ministeri con in mano più risorse Ue

Per gli stessi motivi, risulta consequenziale che la maggior parte delle risorse del Recovery siano affidate al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (quasi 40 miliardi), a quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (33,7 miliardi), nonché a quello delle Imprese (28,8 miliardi). Per di più, il servizio di ricerca del Parlamento europeo evidenzia che il Mase sotto la guida di Gilberto Pichetto Fratin e il Mimit di Adolfo Urso hanno saputo spendere le risorse più velocemente della media nazionale: se il ritmo di spesa del Sistema Paese si ferma al 34% dei 140 miliardi ottenuti, il ministero dell’Ambiente ha raggiunto il 47,4% e il dicastero del Made in Italy il 50%. Non a caso, le più recenti raccomandazioni della Commissione europea all’Italia, sottolineano la necessità che Roma acceleri l’attuazione del suo Pnrr, incluso il capitolo RePowerEu. Servono – spiega l’esecutivo Ue – un rafforzamento della capacità amministrativa, in particolare a livello locale, e una migliore individuazione e risoluzione di potenziali ritardi. (riproduzione riservata)



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