
di: Valentina Milani | 20 Agosto 2025
Le banche sudafricane si mostrano più caute nel concedere prestiti a causa dell’aumento dei rischi legati a eventi climatici estremi. È quanto emerge da uno studio pubblicato ieri dalla Banca centrale sudafricana (Sarb).
L’analisi, che ha esaminato 38 istituti di credito tra il 2009 e il 2024, indica che la crescita del credito si è rallentata dopo shock climatici come inondazioni e siccità, nonché con l’introduzione della carbon tax nel 2019. Secondo gli autori, questi fattori hanno ridotto il valore delle garanzie e aumentato il rischio di insolvenza, inducendo le banche a limitare i finanziamenti. Tra gli istituti analizzati figurano Standard Bank, FirstRand, Absa, Nedbank e Capitec, oltre a banche estere operanti localmente come Citi, Hsbc e Bank of China.
Lo studio rileva che un irrigidimento del credito può ostacolare la transizione verso un’economia a basse emissioni, aumentando l’esposizione delle imprese a future interruzioni climatiche. Situazioni simili sono state registrate anche in Europa, Brasile e Stati Uniti.
Il rapporto arriva durante la presidenza sudafricana del G20, in cui il finanziamento climatico è un tema centrale. Le autorità hanno chiesto un maggiore sostegno internazionale per aiutare i mercati emergenti a gestire gli shock climatici senza soffocare la crescita economica. “Raggiungere un equilibrio adeguato tra supervisione prudenziale e concessione del credito sarà cruciale per garantire che resilienza climatica e sviluppo economico vadano di pari passo, specialmente nei Paesi emergenti come il Sudafrica”, si legge nello studio.
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