
Il Bonus Fiere e Mercati 2025 offre nuove opportunità per imprese e operatori, con misure nazionali, programmi regionali e camerali, spese ammissibili, regole per la domanda e attenzione alle diversità territoriali.
L’anno 2025 segna l’avvio di una nuova stagione di incentivi per realtà imprenditoriali ed enti promotori del tessuto produttivo nazionale attraverso misure mirate a sostenere fiere e mercati rionali. Il Bonus Fiere e Mercati, previsto all’interno della Legge quadro per il Made in Italy (legge 27 dicembre 2023, n. 206), nasce come concreta risposta all’esigenza di incentivare sia l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese (PMI) sia gli interventi di valorizzazione urbano-sociale delle piazze mercatali. L’attuazione di tali misure avviene attraverso diversi decreti ministeriali, con risorse ripartite tra linee nazionali e progetti di competenza regionale. L’obiettivo cardine resta quello di favorire l’accesso a mercati esteri per le imprese, migliorare il posizionamento competitivo e stimolare il dialogo tra operatori, istituzioni ed enti organizzatori. Attenzione particolare è riservata alla tracciabilità dei fondi e alla trasparenza procedurale, requisiti richiesti dalla normativa vigente per mantenere un elevato standard di affidabilità e coerenza con i principi europei degli aiuti di Stato.
Chi può beneficiare dei contributi: soggetti ammissibili e requisiti
L’accesso agli incentivi del Bonus Fiere e Mercati 2025 è destinato in larga parte a micro, piccole e medie imprese e ad organizzatori di eventi fieristici nazionali o internazionali con sede in Italia. I bandi prevedono anche misure specifiche per imprese artigiane, cooperative, consorzi e operatori economici iscritti al Registro delle Imprese, nonché soggetti economici attivi nei mercati rionali. Fra i requisiti di ammissibilità si evidenziano:
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iscrizione e regolarità presso il Registro delle Imprese o le Camere di Commercio; -
sede legale o unità operativa sul territorio nazionale o nella regione di riferimento; -
assenza di procedure concorsuali o situazioni di insolvenza e rispetto del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva); -
non aver ricevuto sanzioni interdittive o condanne che comportano l’esclusione dagli incentivi pubblici; -
rispetto della normativa europea sugli aiuti de minimis, con particolare riferimento al limite sui contributi pubblici cumulabili negli ultimi tre esercizi finanziari (300.000 euro); -
adempienza rispetto ai pagamenti camerali, fiscali e previdenziali; -
per i mercati rionali, iscrizione e attività compatibili con le linee guida regionali.
I bandi possono prevedere ulteriori criteri qualitativi, come l’obbligo di esposizione di loghi istituzionali nello stand o l’assenza di partecipazioni precedenti alla stessa manifestazione nei tre anni precedenti. Ogni bando dettaglia le condizioni specifiche per candidarsi, variando tra le diverse misure nazionali, camerali e regionali.
Bonus Fiere 2025: misure nazionali e opportunità per le PMI
Tra i pilastri dell’intervento pubblico per il settore fieristico, le linee nazionali promosse dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) coprono essenzialmente due fronti:
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Sostegno diretto alle PMI per la partecipazione a manifestazioni fieristiche internazionali in Italia, mediante contributi a fondo perduto nella forma di voucher. L’agevolazione può raggiungere un massimale di 10.000 euro per ciascuna impresa, corrispondenti al 50% delle spese riconosciute come ammissibili, entro il plafond delle risorse stanziate per il periodo 8 agosto – 31 dicembre 2025. -
Incentivi agli organizzatori per la realizzazione di eventi e progetti di coordinamento e innovazione, finalizzati ad accrescere la presenza italiana sui mercati esteri e a promuovere il Made in Italy anche tramite manifestazioni digitali o ibride.
L’approccio adottato permette di abbinare contributi diretti all’attività promozionale, all’organizzazione logistica e agli investimenti infrastrutturali, assicurando ampia copertura dei costi sostenuti dalle imprese. La logica “de minimis” e le condizioni di rendicontazione agevolano la procedura, pur richiedendo elevata precisione nella predisposizione della documentazione e nelle dichiarazioni di non cumulo da parte dei beneficiari.
Accanto alla cornice normativa nazionale, molte Regioni e Camere di Commercio varano programmi territoriali complementari che adattano le linee guida generali alle peculiarità economiche dei territori. In Piemonte, la Regione prevede contributi a fondo perduto per imprese artigiane partecipanti a fiere nazionali e internazionali selezionate, mentre in Lombardia un fondo specifico incoraggia la presenza delle MPMI a eventi fieristici di rilievo, tramite voucher e premialità per microimprese e startup. Nel Lazio, la formula del rimborso comprende somme forfettarie per la presenza a fiere internazionali inserite nei calendari ufficiali, semplificando la rendicontazione dei costi e riducendo i carichi amministrativi.
In Toscana, Marche, Emilia-Romagna e regioni del Sud, i programmi camerali e regionali puntano a:
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rimborsare il 50% delle spese eleggibili per la partecipazione alle fiere (con limiti variabili per importo e numero di eventi finanziabili); -
promuovere il coordinamento tra imprese del territorio con attenzione ai consorzi, reti e singoli operatori; -
incentivare investimenti in promozione, digitalizzazione e internazionalizzazione (es. soluzioni digitali per fiere virtuali, materiali promozionali o servizi linguistici); -
introdurre procedure informatizzate e graduatorie basate su criteri trasparenti e oggettivi (ordine cronologico, qualità del progetto, impatto sul territorio, assegnazione di opportuni codici CUP).
L’azione pubblica regionale si articola così in bandi periodici, con procedure telematiche (sistemi Restart, Telemaco, GeCoWEB) e condizioni di rendicontazione e controllo differenziate. Il sistema di riparto delle risorse tiene conto della localizzazione dell’i mpresa e del rispetto delle priorità strategiche (come la valorizzazione di filiere produttive, export o smart/green economy).
Spese ammissibili, limiti, cumulabilità e rendicontazione
Le voci di costo ammissibili riflettono una pluralità di esigenze legate alla preparazione e realizzazione delle iniziative fieristiche e mercatali. Tra queste:
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acquisto e affitto spazi espositivi compresi costi obbligatori come assicurazioni e oneri di partecipazione; -
allestimenti, progettazione dello stand, servizi tecnici, pulizia, allacciamenti a pubblici servizi; -
trasporto e spedizione di materiali espositivi o campionari, inclusi oneri doganali e assicurativi; -
servizi di catering, hostess/interpreti, attrezzature audiovisive, materiale promozionale e traduzioni; -
partecipazione a iniziative di marketing, workshop, incoming buyer e attività digitali per fiere virtuali; -
per i mercati rionali, sono incentivate spese in ammodernamento, efficientamento energetico e riqualificazione infrastrutturale.
I limiti di agevolazione si collocano, in generale, tra 2.000 e 10.000 euro per i voucher camerali e regionali (con percentuali di rimborso del 50% e, talvolta, del 60% per micro o startup, o fino a 90-100% per le linee strategiche regionali). Il rispetto delle regole sul cumulo (de minimis) e sulle tempistiche dei bandi è essenziale per evitare la revoca dei benefici. Ogni spesa va giustificata con fatture elettroniche e quietanze di pagamento, che devono riportare il Codice Unico di Progetto (CUP) assegnato.
La rendicontazione prevede la trasmissione telematica della documentazione, immagini dello stand, dichiarazioni e contratti specifici, unitamente a moduli digitali per ogni tipologia di incentivo (ad es. piattaforme Restart, Telemaco, GeCoWEB Plus).
Scadenze, procedure di domanda e graduatorie
I termini di presentazione delle domande sono rigorosamente scanditi dai cronoprogrammi di ciascun bando. A titolo esemplificativo:
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per la linea nazionale PMI, le richieste devono pervenire online fra il 7 ottobre (ore 12:00) e il 28 ottobre 2025 (ore 12:00); -
per i bandi regionali e camerali, le finestre sono variabili: dal 1° aprile al 30 giugno, oppure dai primi di febbraio al 7 febbraio per il primo semestre e dal 24 giugno in avanti per il secondo semestre 2025, e così via.
L’assegnazione avviene tramite graduatorie pubbliche: i criteri tengono conto dell’ordine cronologico, della qualità progettuale, della documentazione allegata e del rispetto di specifiche premialità (es: rating di legalità). La pubblicazione dell’esito viene effettuata sulle piattaforme dei rispettivi Enti promotori e comporta la successiva fase di invio dei rendiconti. Il mancato rispetto delle tempistiche di presentazione – sia della domanda sia della rendicontazione – determina la decadenza automatica dalla graduatoria.
Sostegno ai mercati rionali e focus sulle Regioni
Il capitolo riservato ai mercati rionali, gestito tramite risorse trasferite regionalmente, prevede procedure distinte: le Regioni presentano istanza entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto di stanziamento e, ottenuta l’assegnazione, ripartiscono i fondi secondo priorità locali. Gli interventi possono comprendere l’ammodernamento e la riqualificazione strutturale dei mercati cittadini, l’efficientamento energetico, soluzioni ambientali sostenibili e iniziative che rafforzino il profilo turistico-culturale dei mercati stessi. Nel riparto interno alle regioni, le amministrazioni sono chiamate a stabilire i criteri di priorità e l’erogazione delle somme, dando preferenza ai progetti di particolare valore sociale e di valorizzazione identitaria territoriale. Gli operatori interessati devono quindi fare riferimento alle specifiche delibere e bandi regionali che disciplinano tempi, modalità e procedure locali.
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