21 Agosto 2025
“Irrigazione e clima. Servono investimenti”


Simbolo di sapienza e di onore, il laurus nobilis, meglio conosciuto come alloro ha trovato nelle Marche la sua ‘casa eccellente’. Nella provincia di Ascoli Piceno e di Fermo, oltre a questa pianta aromatica ricca di importanti proprietà e per la quale è stato recentemente avviato dai produttori l’iter per il riconoscimento Igp, spicca anche la produzione di altre essenze della macchia mediterranea come l’oleandro, il leccio e il pitosforo. Tra gli obiettivi del neonato distretto florovivaistico delle Marche, quello di rafforzare un settore importante per il sud della Regione, che si fonda prevalentemente su micro e piccole imprese, per il 91% a conduzione familiare. Ne parliamo con il presidente dell’associazione vivaisti di Grottammare, Francesco Balestra.

Quali sono le opportunità che il vostro settore intravede con la nascita del distretto?“Le aziende florovivaistiche sono per l’88% microimprese con meno di 10 addetti, le altre sono perlopiù piccole imprese. Per questo è molto importante avere la possibilità di tessere un filo rosso fra le aziende, per promuovere all’esterno in modo più efficace la nostra identità, per partecipare a progetti e bandi nazionali e europei e per riuscire a formare personale qualificato che nel nostro settore è sempre più difficile da reperire. Grazie anche a Coldiretti che ha seguito l’iter per la nascita del distretto, riteniamo che in questo contesto si possano creare condizioni migliori anche per affrontare le criticità”.

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Che cosa vi preoccupa maggiormente negli anni a venire?“Ci troviamo di fronte a sfide importanti sul piano ambientale. La gestione dell’acqua è un grande problema, a cui si aggiungono gli effetti dei cambiamenti climatici, che nei periodi particolarmente caldi mettono a rischio la produzione delle piante. Per questo servono soluzioni che richiedono investimenti considerevoli, come l’installazione di ombrari che possano proteggere la produzione dai raggi solari eccessivi e dalle intemperie”.

Da parte vostra, come state operando per ridurre l’impatto ambientale?“Gran parte della nostra produzione di alloro è per uso alimentare. E per questo si sta lavorando alla riduzione e all’uso mirato di fitofarmaci per ottenere sul prodotto un residuo zero. Un altro passo in avanti rispetto al passato è l’impatto sul suolo. La maggior parte della produzione non viene più fatta a terra, ma in vaso per rispondere a esigenze produttive che chiedono di avere le piante pronte tutto l’anno. In questo modo si riduce notevolmente sia l’uso dei concimi sia il consumo di acqua, in una misura di dieci volte in meno rispetto al passato”.

Beatrice Grasselli

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