21 Agosto 2025
Finanziamenti per start-up: come ottenerli nel 2025


Nel 2025, i finanziamenti sono uno strumento fondamentale anche per tenere in piedi l’ecosistema delle start-up in Italia e nel mondo. Per fortuna, esistono numerose opportunità di finanziamento, grazie a una combinazione di incentivi pubblici, fondi europei e investimenti privati. Conoscere le principali fonti disponibili per le nuove realtà Made in Italy, che scommettono su nuove idee con coraggio, può fare la differenza tra fallimento e successo. Ecco tutte le formule per accedere ai bandi per le imprese

Start-up in Italia: incentivi pubblici nazionali

I finanziamenti per le start-up spesso vengono da fondi messi a disposizione del Governo. Fra i più noti, ce ne sono tre: Smart&Start Italia, ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero  e Resto al Sud. Ognuno si rivolge a una fetta specifica di imprenditori che vogliono mettere in atto la propria intuizione.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Smart&Start Italia, nello specifico, è gestito da Invitalia. Si tratta di un programma che sostiene la nascita e lo sviluppo di start-up innovative in tutta Italia. Offre finanziamenti a tasso zero fino all’80% delle spese ammissibili, con un contributo a fondo perduto del 30% per le aziende che si trovano nel Mezzogiorno. Le spese finanziabili variano tra 100 mila e 1,5 milioni di euro.

ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero è rivolto a giovani tra i 18 e i 35 anni e a donne di qualsiasi età, questo incentivo copre fino al 90% delle spese ammissibili per i primi tre anni di attività, combinando contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato. La domanda va presentata tramite il portale di Invitalia.

Resto al Sud, come lascia intendere il nome stesso, è destinato a chi desidera avviare o potenziare un’attività imprenditoriale nel Mezzogiorno e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia. Questo programma prevede un finanziamento composto per il 50% da contributi a fondo perduto e per il 50% da prestiti agevolati garantiti dal Fondo di Garanzia PMI, fino a un massimo di 200 mila euro per imprese con più di tre soci.

I fondi europei disponibili nel 2025

Un altro modo per trovare i finanziamenti iniziali, necessari per avviare la propria start-up, è ricorrere ai fondi stanziati dall’Unione europea. In questo caso si può fare domanda per l’EIC Accelerator. Nell’ambito di Horizon Europe, questo è un supporto per le nuove realtà imprenditoriali innovative e pmi con prodotti o servizi all’avanguardia e ad alto impatto. Offre contributi a fondo perduto fino a 2,5 milioni di euro e investimenti diretti o quasi-equity tra mezzo milione e 10 milioni di euro. Le scadenze per le domande complete sono il 12 marzo e il 1° ottobre 2025.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Incentivi Regionali e ZES Unica

Non bisogna andare necessariamente così lontano e bussare alle porte dell’Ue per ottenere il capitale necessario per partire e per continuare. Le regioni italiane offrono vari programmi di finanziamento. La Lombardia, per esempio, ha pubblicato il bando Nuova Impresa che prevede contributi a fondo perduto per piccole e medie imprese avviate dal primo giugno 2024.

Il Veneto, invece, dà la possibilità di accedere al Fondo Veneto Competitività con finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto fino al 40%. Mentre la Regione Lazio propone incentivi per l’innovazione e la digitalizzazione con contributi fino a 20 mila euro. Non è da meno l’Umbria, con il suo bando Smartup 2025. In questo caso i finanziamenti sono fino al 50% per start-up innovative sotto i 48 mesi di attività.

Inoltre esiste una forma di finanziamento partecipativo in cui, attraverso piattaforme online, l’azienda raccoglie capitali da investitori che ricevono in cambio una partecipazione nella società. Si chiama crowfunding e l’Italia è stata tra i primi Paesi europei a regolamentare questa pratica molto sostenibile.

Ci si può affidare anche al cosiddetto Venture Debt, un finanziamento a debito concesso a start-up esistenti, spesso sostenute da capitale di rischio, per finanziare capitale circolante o investimenti in beni durevoli. Offerto da banche specializzate o fondi, presenta tassi d’interesse relativamente alti e componenti aggiuntive di rendimento come i warrant.

La ZES Unica per il Mezzogiorno – che comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna – poi dà la possibilità di avere accesso a condizioni fiscali vantaggiose e incentivi per nuovi investimenti.

Finanziamenti per start-up: gli incentivi fiscali e le agevolazioni

Le start-up innovative registrate nella sezione speciale del Registro delle Imprese possono beneficiare di detrazioni IRPEF fino al 65% per investimenti privati; accesso semplificato al Fondo di Garanzia PMI; possono essere esentate dal pagamento delle tasse sui diritti di segreteria e l’imposta di bollo.

Inoltre, esistono i voucher 3I per consulenze sulla brevettazione e procedure semplificate per un eventuale fallimento: prendono il nome di fail-fast e incoraggiano a sperimentare velocemente, individuare gli errori subito e correggerli o cambiare rotta prima di investire ulteriori risorse. In questo modo, le imprese possono chiudere l’attività in modo semplificato, senza passare da lunghe e complesse procedure, riducendo i costi e i tempi di uscita dal mercato, facilitando l’assunzione di rischi da parte degli imprenditori.

Il potenziale dei finanziamenti privati

Fra i finanziamenti privati per le start-up, in Italia, nel 2025, ci sono i venture capital. Si tratta di investimenti di capitali in cambio di quote di partecipazione nelle imprese innovative. Nel nostro Paese fondi come P101, United Ventures e LVenture Group sono attivi e rappresentano una risorsa importante. Per poterne usufruire è fondamentale presentare un pitch solido e partecipare a eventi di networking per attrarre potenziali investitori.

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Poi ci sono i cosiddetti business angel. Non sono altro che privati che offrono capitali, esperienze e contatti alle start-up che si trovano in una fase iniziale. In Italia, associazioni come Italian Angels for Growth raggruppano numerosi investitori.

Infine c’è l’equity crowdfunding, una forma di finanziamento collettivo che consente a una start-up o pmi di raccogliere capitali da un gran numero di investitori attraverso piattaforme online, offrendo in cambio quote di partecipazione: azioni o quote societarie. La società propone un progetto su una piattaforma autorizzata – come Mamacrowd, CrowdFundMe, o BacktoWork – e gli investitori scelgono se aderire all’offerta versando un contributo, anche di poche centinaia di euro. In cambio, ottengono una partecipazione nel capitale dell’impresa, diventandone soci. Se l’obiettivo minimo di raccolta viene raggiunto, la campagna è considerata chiusa con successo. In Italia, questo tipo di finanziamento è regolamentato dalla Consob e dal 2020 può essere utilizzato da tutte le piccole e medie imprese, non solo da quelle innovative.



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