
Ad Ala di Stura, nel cuore delle Valli di Lanzo, la montagna oggi si è raccontata con altri occhi. Non più con le parole abusate di “spopolamento” o “abbandono”, ma con i dati del Rapporto Montagne Italia 2025, presentato da Uncem in collaborazione con Pro Loco e amministrazione comunale. Un volume monumentale – 800 pagine edito da Rubbettino – che fotografa i numeri sociali ed economici dei territori montani e che, nel caso delle Alpi Graie e delle Valli di Lanzo, mostra un quadro sorprendente.
Tra il 2019 e il 2023, le Valli di Lanzo hanno registrato 1.638 nuovi residenti, distribuiti nei 25 Comuni della comunità territoriale. In termini percentuali significa una crescita del 4,4% dal 2009 al 2023, confermata anche dal saldo migratorio positivo medio di 44,2 ogni mille abitant. Un dato in netta controtendenza rispetto agli stereotipi che dipingono la montagna come luogo di soli ritorni stagionali o di partenze senza ritorno.
L’intero Piemonte, come evidenziato dalla mappa del Rapporto, presenta un saldo migratorio positivo di 26,42 per mille nello stesso period. Le Valli di Lanzo dunque si collocano al di sopra della media regionale, dimostrando un’attrattività crescente per famiglie, giovani coppie e stranieri che scelgono di trasferire qui la propria residenza.
Il tasso di occupazione nelle Valli di Lanzo e Ceronda si attesta al 44,2%, un valore che si avvicina alla media montana nazionale. La disoccupazione maschile si ferma al 6,6%, mentre quella femminile risulta leggermente più alta, in linea con quanto avviene in tutto l’arco alpin. Il tessuto imprenditoriale è vivace: vi sono 8,3 imprese ogni 100 abitanti, di cui il 40% artigiane e circa il 20% a trazione femminile. Solo lo 0,5% sono cooperative, ma il 10% è guidato da giovani imprenditori, mentre il 7,4% ha titolari stranier. Numeri che raccontano una montagna fatta di piccoli laboratori, botteghe artigiane, aziende agricole e attività turistiche capaci di generare valore.
Nelle Valli di Lanzo si contano 0,7 imprese agricole per km², per un valore aggiunto complessivo che supera i 19 milioni di eur. È un settore che incide per circa il 10% sull’economia locale, con filiere in forte evoluzione e un territorio che vede oltre la metà della superficie coperta da foreste. Proprio queste ultime sono al centro di nuove strategie di pianificazione, certificazione e filiere sostenibili, considerate una delle chiavi della cosiddetta “rivoluzione verde” che coinvolge le montagne piemontesi.
Dal punto di vista turistico, i dati dicono che nelle Valli di Lanzo ci sono 8,1 posti letto ogni 100 abitanti e che la durata media del soggiorno è di 2,4 giorni, inferiore rispetto alla media nazionale di 3,. Numeri che mostrano luci e ombre: da un lato la capacità ricettiva esiste, dall’altro la sfida rimane quella di allungare i tempi di permanenza dei visitatori e costruire un’offerta più integrata.
Il PIL pro capite nelle Valli di Lanzo si aggira intorno ai 17mila euro, inferiore alla media nazionale ma in crescita rispetto agli anni precedent. Anche il reddito imponibile pro capite, che si colloca poco sotto i 20mila euro, dimostra che il gap con le aree urbane resta consistente, ma non preclude margini di miglioramento.
Nella presentazione ad Ala di Stura, il presidente nazionale di Uncem Marco Bussone ha dichiarato: «Abbiamo molto bisogno di momenti di dialogo e confronto a partire da dati e numeri. Come quello di oggi ad Ala. Ma il Rapporto fa anche un’analisi politica. Qui, nelle Valli di Lanzo, vi è in corso l’attuazione della Strategia nazionale Aree interne, e la Regione Piemonte ha saggiamente finanziato, una tra le dodici aree con i fondi per la Strategia delle Green Community. Ottimi punti di lavoro, azioni vere e concrete, che la popolazione sente, deve conoscere ancora di più. Ne parleremo ad Ala e siamo convinti che il Rapporto sulle Montagne italiane, con le sue 800 pagine, sia strumento di azione politica che fa bene. Anche ai Sindaci per vedersi nuovi, insieme, trasformati, evidenziando sempre il molto che unisce rispetto al poco che divide. Meno critiche, polemiche, screzi, più coesione, voglia di contare, azione politica rafforzata. È una sfida necessaria, importante».
Il Rapporto Montagne Italia 2025 restituisce delle Valli di Lanzo un’immagine dinamica, fatta di ingressi demografici positivi, imprese radicate, agricoltura che evolve, turismo da consolidare e redditi ancora distanti dalla media nazionale. Una montagna che non si spopola, ma che cambia pelle, attirando nuovi abitanti e nuove energie.
L’appuntamento di Ala di Stura segna così un passaggio importante: i numeri diventano materia di confronto, spunto per politiche locali e regionali, punto di partenza per costruire un futuro che non può essere affidato a slogan, ma a dati concreti e scelte condivise.
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