22 Agosto 2025
I prodotti Ue senza dazi, cosa prevede l’accordo con gli Usa


Era un qualcosa che aspettavamo da settimane, e finalmente Bruxelles e Washington hanno ufficializzato l’accordo sui dazi, con la pubblicazione della dichiarazione congiunta.

L’intesa riduce i balzelli per i prodotti industriali statunitensi e apre corsie preferenziali per alcune categorie agroalimentari considerate non sensibili, come frutta secca, ortaggi freschi e trasformati, semi, latticini e carne suina.

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Non è proprio un accordo che favorisce tutti. Ci sono dei grandi esclusi, settori chiave come vino, birra e distillati continuano a sopportare il peso delle tariffe. In Italia questa la notizia ha spinto la Farnesina a convocare una Task Force speciale, incaricata di analizzare impatti e opportunità per le filiere più strategiche del Paese.

Accordo Usa Ue sui dazi, limiti tariffari e settori esclusi

Gli Stati Uniti hanno messo le loro condizioni, nessuna tariffa oltre il 15% sui beni europei, comprensiva della clausola della “nazione più favorita” (Mfn).

Alcune categorie restano legate solo alla tariffa Mfn, in particolare:

  • risorse naturali non reperibili sul mercato interno americano (tra cui il sughero);
  • componenti per l’aeronautica;
  • farmaci generici.

Diverso il discorso per vini e alcolici, che rimangono schiacciati dal tetto massimo del 15%. Lo stesso limite si applicherà anche ai beni sotto inchiesta per la cosiddetta “sezione 232”, tra cui:

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  • semiconduttori
  • legname
  • prodotti farmaceutici

Sul fronte automotive, la riduzione scatterà il primo giorno dello stesso mese in cui l’Unione europea presenterà la sua proposta legislativa, che prevede dazi zero per l’agroalimentare americano.

Acciaio e alluminio restano sorvegliati speciali: le due parti parlano di cooperazione per difendere i rispettivi mercati, ma da Washington arriva un messaggio di zero concessioni, segno di una posizione di forza che ha sempre mantenuto.

Energia, investimenti e difesa

Il capitolo economico dell’accordo mette sul piatto cifre importanti. Bruxelles si impegna ad acquistare energia dagli Stati Uniti per 750 miliardi di dollari entro il 2028, includendo gas naturale liquefatto, petrolio e nucleare. Non potrebbe fare diversamente, visto che questo meccanismo rientra anche negli accordi di tipo geopolitico, dove l’Ue ha deciso di recidere ogni accordo con la Russia, anche se i prezzi sarebbero stati inferiori.

A questo si aggiungono 600 miliardi di investimenti delle imprese europee, di cui 40 miliardi diretti ai semiconduttori americani. Nel pacchetto rientra anche un incremento deciso delle forniture militari acquistate oltre Atlantico, a conferma del peso dell’industria della difesa statunitense.

Sul fronte delle barriere non tariffarie, le due sponde optano per il pragmatismo: via libera al riconoscimento reciproco degli standard per il settore auto e semplificazione delle certificazioni sanitarie per suini e latticini.

Normative ambientali e commercio

Uno dei nodi più delicati riguarda le norme ambientali europee. Sul fronte della deforestazione, Bruxelles ha riconosciuto che la produzione statunitense incide in misura contenuta a livello globale e ha promesso di aprire un tavolo tecnico per gestire le preoccupazioni dei produttori americani. Ma, come scrive il The Guardian, gli Stati Uniti pur non essendo protagonisti della deforestazione nazionale, sono responsabili della perdita del 3% degli habitat naturali. Inoltre il paese, tra il 2001 e il 2024, ha contribuito a quasi il 10% della perdita globale dei copertura arborea.

Per quanto riguarda il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), l’Ue ha preso atto delle difficoltà segnalate da Washington per le piccole e medie imprese e ha assicurato una maggiore flessibilità nella fase di applicazione.

La riunione della Task Force Dazi alla Farnesina

In Italia, la diffusione della dichiarazione congiunta ha spinto la Farnesina a organizzare un incontro straordinario. Su input del ministro Antonio Tajani, si è tenuta la riunione della Task Force Dazi.

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Al tavolo le principali associazioni produttive, chiamate a discutere nel dettaglio l’impatto dell’intesa su comparti come automotive, farmaceutica, semiconduttori e legname.

Tajani ha parlato di un accordo utile a dare stabilità agli scambi e a sostenere settori industriali ritenuti strategici, rimarcando che l’Italia ha sempre puntato a un dialogo transatlantico improntato alla collaborazione.

Il ministro ha chiarito che il vertice non è la tappa finale, ma l’avvio di un percorso che potrebbe coinvolgere altri settori e rafforzare il legame economico tra le due sponde dell’Atlantico.





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