
Broni
Piano di risanamento e non di liquidazione, scioglimento della Spa, razionalizzazione delle strutture, coinvolgimento della Provincia e della Camera di commercio. Nei giorni della nomina del commissario straordinario per Terre, il dipartimento Agricoltura del Pd provinciale, guidato da Nicola Adavastro, ha predisposto un documento programmatico con le proposte del partito per superare la crisi della Cantina e del comparto vitivinicolo locale e sostenere il reddito degli agricoltori. Per quanto riguarda la Cantina, l’auspicio dei dem è che il commissario attui «un piano di risanamento e non di liquidazione – spiegano -: saremo assolutamente contrari a qualsiasi azione che porti allo smantellamento della cooperativa anche mediante l’attribuzione dell’asset a qualche gruppo privato». Secondo il Pd, bisogna riportare «tutti gli asset dentro la cooperativa» e attuare «un programma di razionalizzazione dell’attuale struttura con tre impianti, che necessiterebbero ancora di forti investimenti». Infine, il Pd provinciale auspica l’attuazione di «un modello di operatività più di natura industriale, che consentirebbe di gestire quantitativi ben superiori di uve e mosti anche solo adottando la formula dei conferimenti in conto lavorazione piuttosto che con atto di vendita». I dem rilanciano le proposte già contenute in un precedente documento: dichiarazione di stato di crisi del territorio oltrepadano, contributi a fondo perduto per la copertura dei costi di gestione, accesso più semplice ai contributi risarcitori in caso di calamità, attivazione di linee di investimento agevolate per le aziende. Provincia e Camera di commercio, «finora assenti» precisa il Pd, possono avere un ruolo fondamentale «con l’attivazione di misure di mitigazione della crisi». I dem pavesi, infine, rilanciano l’allarme sul rischio speculazione sui prezzi delle uve: «Abili operatori commerciali e mediatori – denuncia il Pd – stanno obbligando soprattutto le piccole aziende agricole che producono uva a dover scegliere se lasciarla sulla pianta oppure “donarla” a prezzi indecorosi, tra i 20 e i 35 euro a quintale».O.M.
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