23 Agosto 2025
Come aprire un’impresa edile nel 2025: dalla partita IVA al mercato con contributi a fondo perduto


Il settore delle costruzioni in Italia è a un punto di svolta. La conclusione della fase espansiva legata ai generosi bonus fiscali degli anni precedenti ha innescato una prevedibile contrazione del mercato residenziale privato. Ma aprire un’impresa edile conviene ancora, soprattutto considerando due segmenti di mercato: le opere pubbliche – alimentate dall’accelerazione degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – e l’edilizia sostenibile, spinta da una combinazione di normative europee sempre più stringenti e da una crescente domanda che si afferma come il nuovo standard qualitativo.

Settore costruzioni in Italia, i nuovi trend

Le analisi dei principali centri studi di settore, come ANCE e CRESME, delineano per il 2025 uno scenario di flessione complessiva per gli investimenti in costruzioni. Un dato che maschera due tendenze divergenti che definiscono la nuova realtà del mercato.

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Da un lato, si assiste a una marcata contrazione del comparto legato alla riqualificazione del patrimonio abitativo privato. In netto contrasto, il segmento delle opere pubbliche è previsto in forte espansione, con stime di crescita importante. Questa dinamica è il risultato diretto dell’accelerazione degli investimenti legati al PNRR, che stanno entrando nella loro fase realizzativa più intensa, soprattutto nel settore delle infrastrutture. Per un’impresa nascente, tuttavia, strutturarsi per aggredire il mercato pubblico, in crescita ma con barriere all’ingresso più elevate, non è cosa facile.

Nord, Centro e Sud a confronto

L’andamento non è uniforme sul territorio nazionale. Il Nord Italia, pur risentendo del rallentamento generale, mostra una maggiore resilienza: i costi di costruzione sono mediamente più elevati e il mercato degli appalti pubblici tende a favorire gli operatori locali. Le regioni centrali presentano una situazione intermedia. Qui i costi di costruzione sono leggermente superiori a quelli del Nord e il mercato immobiliare residenziale mostra una crescita delle compravendite in linea con la media nazionale.

Il Mezzogiorno, invece, vive una fase di profonda trasformazione. Secondo i dati SVIMEZ, il settore delle costruzioni nel Sud è previsto in forte crescita (+4,9% nel 2024), trainato in modo deciso dagli investimenti pubblici del PNRR, con un ritmo superiore al resto del Paese. Questa dinamica si contrappone a una maggiore debolezza dei consumi privati. I costi di costruzione sono significativamente più bassi e il mercato immobiliare residenziale è il più dinamico a livello nazionale, con una crescita delle compravendite nel 2024.

Come aprire un’impresa edile nel 2025

Chi desidera aprire un’imprese edile nel 2025 deve prima considerare che la scelta del codice ATECO è un atto fondativo con profonde implicazioni strategiche. Questo codice non solo definisce il perimetro legale dell’attività, ma influenza direttamente il calcolo del premio assicurativo INAIL, determina il coefficiente di redditività in caso di adesione al regime forfettario e può condizionare l’ammissibilità a specifici bandi e agevolazioni.

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Di seguito una tabella riassuntiva dei codici ATECO più comuni per un’impresa edile.

Codice ATECO Descrizione Attività Note / Applicazioni Pratiche
41.20.00 Costruzione di edifici residenziali e non residenziali Codice “generale”, ideale per chi opera come general contractor o si occupa di nuove costruzioni e ristrutturazioni complete. Include l’assemblaggio di prefabbricati.23
43.39.01 Attività non specializzata di lavori edili (muratori) Specifico per lavori di muratura generica, spesso utilizzato da artigiani che si concentrano su questa singola specializzazione.21
43.12.00 Preparazione del cantiere edile e sistemazione del terreno Include scavi, movimento terra e tutte le attività preliminari alla costruzione vera e propria.
43.21.01 Installazione di impianti elettrici in edifici Obbligatorio per chi si occupa di impiantistica elettrica, richiede specifici requisiti tecnico-professionali.
43.22.01 Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria Essenziale per gli specialisti di impiantistica termoidraulica.
43.32.02 Posa in opera di infissi Per le imprese specializzate nell’installazione di porte, finestre e serramenti.
43.33.00 Rivestimento di pavimenti e di muri Per piastrellisti, parchettisti e posatori di rivestimenti.
43.34.00 Tinteggiatura e posa in opera di vetri Per imbianchini, decoratori e vetrai.
43.91.00 Realizzazione di coperture Per imprese specializzate nella costruzione e manutenzione di tetti e coperture.

Aprire partita IVA con la procedura unificata “ComUnica”

Per le imprese, incluse quelle artigiane edili, la procedura di avvio è stata semplificata attraverso il principio dello “sportello unico” telematico. La Comunicazione Unica d’Impresa permette di assolvere, con un’unica pratica digitale inviata al Registro delle imprese, a tutti i principali adempimenti iniziali.

Tramite ComUnica è possibile aprire la partita IVA all’Agenzia delle Entrate, iscriversi al Registro delle imprese e all’albo degli artigiani e, contestualmente, iscriversi a INPS e INAIL per posizioni previdenziali e assicurazione infortuni. Per avviare la pratica è necessario munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) e un dispositivo di firma digitale.

INPS, INAIL e Cassa Edile

Oltre agli adempimenti gestiti con ComUnica, il settore edile prevede obblighi specifici nel caso di assunzione di lavoratori dipendenti. Non solo l’iscrizione all’INPS e all’INAIL, per i lavoratori è obbligatoria anche la  Cassa edile. Si tratta di un adempimento fondamentale obbligatorio per tutte le imprese che applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro dell’edilizia. Come chiarito da una sentenza della Corte di Cassazione, tale obbligo sussiste a prescindere dal codice ATECO o dalla classificazione commerciale dell’impresa, qualora l’attività svolta sia, anche in via ausiliaria o in subappalto, riconducibile al settore edile. La procedura di iscrizione è generalmente gestita online tramite i portali delle singole casse edili provinciali.

DURC e attestazione SOA

Per avviare i lavori edili, sia nel settore pubblico che in quello privato, è necessario avere in regola il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva). Si tratta di un certificato che attesta la regolarità dei versamenti contributivi e assicurativi a INPS, INAIL e Cassa edile. Il possesso di un DURC regolare è un requisito sine qua non per partecipare a qualsiasi gara pubblica e, sempre più spesso, anche per operare in cantieri privati, specialmente quelli che beneficiano di bonus fiscali.

Solo per alcuni appalti pubblici è obbligatoria la attestazione SOA, che è una certificazione rilasciata da organismi di attestazione autorizzati, che comprova la capacità economica e tecnica dell’impresa di eseguire lavori pubblici. È obbligatoria per legge per partecipare a gare d’appalto per lavori di importo elevato.

Aprire un’impresa edile: quale regime fiscale scegliere?

La scelta del regime fiscale è una delle decisioni più incisive per la sostenibilità economica di una nuova impresa edile. I costi dei materiali, i noleggi e la manodopera rendono questa valutazione particolarmente delicata. È possibile valutare tanto il regime forfettario, quanto quello semplificato oppure ordinario.

Il regime forfettario

Il regime forfettario attira molti nuovi imprenditori per la sua apparente semplicità e per la tassazione sostitutiva contenuta (5% per i primi 5 anni di attività, che sale poi al 15%). Offre inoltre vantaggi come l’esenzione dall’IVA dalle ritenute d’acconto e la possibilità di richiedere una riduzione del 35% sui contributi INPS.

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Tuttavia, per un’impresa edile questo regime potrebbe non essere adatto. Il suo meccanismo di funzionamento si basa su una determinazione forfettaria del reddito, ignorando i costi effettivamente sostenuti. Per le attività edili, il reddito imponibile viene calcolato applicando ai ricavi un coefficiente di redditività dell’86%.

Gli svantaggi per un’impresa di costruzioni o ristrutturazioni sono la indeducibilità dei costi e l’indetraibilità dell’IVA sugli acquisti dei materiali e delle attrezzature, oltre all’impossibilità di utilizzare le detrazioni IRPEF personali e familiari. Il regime forfettario, poi, è inapplicabile in caso di cessione di fabbricati e porzioni di fabbricati.

Aprire impresa edile con regime semplificato e ordinario

Per le imprese edili, i regimi basati sulla determinazione analitica del reddito sono quasi sempre la scelta migliore. Il regime semplificato è il regime naturale per le ditte individuali e le società di persone con ricavi annui non superiori a 800.000 euro per le attività di costruzione. Il regime ordinario è obbligatorio per le srl e diventa obbligatorio per tutte le altre forme giuridiche al superamento delle soglie del semplificato.

Il principio cardine di questi regimi è che la tassazione (IRPEF progressiva a scaglioni per le ditte individuali) si applica sull’utile reale, calcolato come differenza tra i ricavi conseguiti e i costi effettivamente sostenuti e documentati. I vantaggi? La deducibilità dei costi inerenti (materiali, ammortamento delle attrezzature, noleggi, personale, carburante, ecc.) e la detraibilità dell’IVA sugli acquisti.

La gestione previdenziale INPS e assicurativa INAIL

Indipendentemente dal regime fiscale, l’imprenditore artigiano è soggetto a contribuzione obbligatoria.

I contributi INPS artigiani per l’anno 2025 sono pari a 4.460,64 euro annui, calcolati su un reddito minimale di 18.555 euro. Vanno versati in quattro rate trimestrali con scadenze il 16 maggio, 20 agosto, 18 novembre e 17 febbraio dell’anno successivo. A questi si aggiungono eventualmente i contributi variabili sulla parte di reddito che eccede i 18.555 euro. In questi casi si applica un’aliquota del 24%

La Legge di bilancio 2025 ha introdotto uno sconto del 50% sui contributi INPS (sia sulla quota fissa che su quella variabile) per i primi 36 mesi di attività. Quest’agevolazione è riservata a chi si iscrive per la prima volta alla gestione artigiani nel corso del 2025.

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Il premio annuale INAIL è una vera e propria assicurazione ed è calcolato in base alla classe di rischio dell’attività e al numero di addetti. L’importo è variabile, con stime che vanno da circa 80 euro a oltre 1.400 euro per un artigiano individuale. Il pagamento avviene in quattro rate annuali.

Aprire un’impresa edile: costi d’avvio e spese di gestione

I costi iniziali per la costituzione di una ditta individuale edile sono relativamente contenuti e legati principalmente agli adempimenti burocratici. Il totale stimato è di circa 500 euro.

I costi annuali, invece, si distinguono in:

  • costi fissi, un onere che l’impresa deve sostenere anche per un fatturato pari a zero e che oscilla tra un minimo di 3.500 euro e 7.700 euro l’anno;
  • costi variabili dovuti a manodopera, materie prime e noleggi.

Costi variabili e investimenti iniziali

I costi principali per l’operatività aziendale riguardano le attrezzature per costruzioni (betoniere, ponteggi, utensili elettrici, strumenti di misurazione, ecc.), i furgoni o autocarri per il trasporto di materiali e attrezzature, costi per magazzini costi per materiali impiegati nell’attività.

Una spesa importante è quella della manodopera, il cui costo presenta notevoli variazioni a livello territoriale, influenzando direttamente la struttura dei costi e la definizione dei prezzi.

Le tariffe orarie per un muratore possono variare significativamente. Un operaio specializzato (4° livello) può avere un costo orario per l’impresa, comprensivo di spese generali e utile, di circa 40 euro, mentre un manovale si attesta su cifre inferiori. Generalmente, i costi sono più alti nelle città del Centro-Nord rispetto al Sud e alle aree periferiche, con differenze che possono superare anche il 20%.

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Agevolazioni e incentivi a fondo perduto per aprire impresa edile

Gli incentivi disponibili riguardano il titolare di impresa o il socio di società e impattano sui costi fissi o sulle spese di investimento. Per alcune misure si può avere anche un vantaggio in termini di rimborso dei costi per materiali.

Le misure attualmente più adatte, per giovani imprenditori e per donne che intendono avviare una attività edile sono:

  • ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero, una misura gestita da Invitalia che offre un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto per coprire fino al 90% di un piano di investimenti fino a 3 milioni di euro;
  • Resto al Sud 2.0 e Autoimpiego Centro-Nord per gli under 35 disoccupati. Prevedono un voucher iniziale e contributi a fondo perduto per sostenere le spese.
  • la nuova Sabatini, che agevola l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature (anche in leasing) attraverso un contributo in conto impianti che abbatte il costo di un finanziamento bancario. È uno strumento semplice e ideale per finanziare l’acquisto delle prime attrezzature da cantiere.

Misure regionali e altri incentivi

Oltre alle misure nazionali, le Regioni e gli enti locali pubblicano periodicamente bandi per chi volesse aprire un’impresa edile. Per questo è fondamentale monitorare costantemente i portali istituzionali della propria regione di appartenenza. Per esempio, la Regione Lombardia promuove il “Bando nuova impresa”, che offre un contributo a fondo perduto del 50% (fino a 10.000 euro) per le spese di avvio.

Le regioni del Mezzogiorno e alcune del Centro Italia hanno uno strumento potente che prevede un credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali (inclusi gli immobili), con aliquote che variano dal 15% al 70% a seconda della regione e della dimensione dell’impresa.



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