25 Agosto 2025
Legge di Bilancio 2026: le novità


Il governo delinea la prossima Legge di Bilancio: meno tasse sul ceto medio e pace fiscale. Ma l’incognita coperture e l’onda demografica incombono.

La rotta per la prossima Legge di Bilancio 2026 inizia a delinearsi, e si configura come un complesso esercizio di equilibrismo. Sul tavolo del Governo si trovano tre obiettivi ambiziosi: alleggerire la pressione fiscale su famiglie e imprese, introdurre nuove misure di sostegno alla natalità e gestire il fronte dei debiti tributari. Le prime dichiarazioni, come quelle del sottosegretario al MEF Federico Freni, puntano a rassicurare il ceto medio e il mondo produttivo, ma lasciano aperto il quesito fondamentale sulla sostenibilità di queste politiche, specialmente alla luce dei delicati equilibri dei conti pubblici e di uno scenario demografico a dir poco preoccupante.

Quali strumenti fiscali per famiglie e imprese?

Il cuore della manovra sembra orientato a intervenire sul reddito disponibile. La prima misura chiave è una nuova riduzione dell’Irpef, mirata a rafforzare il potere d’acquisto del ceto medio, la categoria che più ha sofferto l’erosione inflattiva degli ultimi anni. L’intento è stimolare i consumi interni, che rappresentano una componente fondamentale del Prodotto Interno Lordo.

Microcredito

per le aziende

 

Parallelamente, si fa strada l’ipotesi di una detassazione degli aumenti contrattuali. Questo strumento agisce su due fronti: da un lato, rende più appetibili i rinnovi contrattuali per i lavoratori, che vedrebbero un aumento netto in busta paga più consistente; dall’altro, non aggrava i costi per le imprese, incentivando così la dinamica salariale. L’efficacia di queste misure dipenderà, ovviamente, dall’entità delle risorse che verranno effettivamente stanziate.

In cosa consiste la nuova gestione delle cartelle esattoriali?

Sul fronte della riscossione, il Governo pianifica una nuova rateizzazione delle cartelle fiscali. Formalmente, si tratta di uno strumento per permettere a professionisti, artigiani e piccole imprese in difficoltà di saldare i propri debiti con il Fisco in modo sostenibile, garantendo allo stesso tempo un flusso di entrate per lo Stato.

L’analisi economica, tuttavia, impone di considerare il rischio di moral hazard. L’introduzione ciclica di meccanismi di “pace fiscale” può disincentivare il pagamento puntuale delle imposte, inducendo alcuni contribuenti a posticipare i versamenti in attesa della successiva sanatoria. La sfida sarà calibrare il provvedimento per massimizzare gli incassi senza compromettere la disciplina fiscale complessiva del sistema-paese.

Come si affronta l’emergenza demografica?

La manovra guarda anche al lungo periodo, con un focus specifico sulla natalità. Le anticipazioni parlano di un rafforzamento dell’assegno unico e di ulteriori risorse a favore delle lavoratrici madri. Queste non sono misure-tampone, ma tentativi di affrontare una delle più grandi debolezze strutturali dell’Italia: il calo delle nascite.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Dal punto di vista economico, sostenere la genitorialità significa investire sul capitale umano del futuro e sulla sostenibilità del sistema di welfare. Con una popolazione che invecchia rapidamente, ogni nuovo nato rappresenta un futuro contribuente che aiuterà a finanziare pensioni e sanità. La questione, anche in questo caso, è di scala: gli interventi saranno abbastanza incisivi da invertire, o almeno frenare, un trend negativo che dura da decenni?

Qual è la vera sfida per la sostenibilità del bilancio?

La vera incognita che sovrasta l’intera architettura della Legge di Bilancio 2026 è la quadratura del cerchio finanziario. Tutte le misure annunciate – meno tasse, più aiuti alle famiglie, rateizzazione dei debiti – hanno un costo o una mancata entrata. Il sottosegretario Freni assicura che si troveranno le risorse per fare tutto, ma il come resta un mistero.

Questa sfida si inserisce in uno scenario demografico allarmante, con una previsione di 3 milioni di persone in uscita dal mondo del lavoro entro i prossimi quattro anni. Ciò significa una base contributiva più ristretta a fronte di una spesa per le pensioni in costante crescita. Conciliare le promesse di alleggerimento fiscale con la necessità di mantenere i conti pubblici sotto controllo, evitando un’esplosione del debito, sarà l’esercizio più complesso e decisivo per il futuro dell’economia italiana.



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