
di Luca RavagliaQuando il tetto dell’azienda è il cielo, il meteo sa fare davvero paura. Specie oggi, negli anni dei cambiamenti climatici che sempre più spesso tendono a far classificare fenomeni ‘estremi’ come quasi ordinari. Così l’ondata di maltempo che mercoledì ha colpito duramente le campagne tra Cesenatico e San Mauro Mare (ma anche Bellaria e Rimini), si è lasciata alle spalle importanti danni per il settore agricolo. Sono stati registrati danni strutturali, con coperture di capannoni divelte o lesionate, mentre i campi di pomodoro da industria prossimi alla raccolta sono stati colpiti dalla grandine. A pagare il conto più salato sono però state le colture orticole, in particolare insalate e bietole, che in tanti casi risultano invendibili, tanto che alcune aziende hanno segnalato la perdita dell’intera produzione. In occasione dell’inaugurazione del Meeting di Rimini, il presidente Montemaggi e il direttore Gasparini hanno incontrato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per segnalare la drammaticità della situazione. “È un disastro– è l’analisi di Montemaggi – tanto più che certe imprese si sono viste colpite due volte in meno di un mese, perdendo ortaggi, frutta, uva e pomodori in fase di raccolta: dopo aver investito tempo e risorse, gli agricoltori hanno visto sfumare il loro lavoro in pochi minuti. È desolante ed è sempre più evidente che gli eventi estremi non sono più l’eccezione ma la regola. La gestione del rischio deve diventare una priorità nazionale: serve un sistema che tuteli davvero il reddito delle imprese agricole, oggi lasciate troppo spesso sole ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico”. “Se affrontare il mercato è responsabilità dell’imprenditore – aggiunge Luca Gasparini – fronteggiare eventi come grandinate di questo tipo, trombe d’aria, alluvioni e siccità estreme non può essere compito esclusivo dell’agricoltura. Abbiamo aziende che non riescono nemmeno a far fronte ai costi dei ripristini. È necessaria una svolta, servono strumenti assicurativi più accessibili, sgravi, misure straordinarie e un ripensamento complessivo della politica agricola in chiave climatica”. Sul tema è intervenuta anche Coldiretti: “Secondo le prime stime – si legge nella nota diffusa – le perdite partono dal 50% delle produzioni fino a punte dell’80% in alcuni campi, con migliaia di quintali di prodotto compromessi in poche ore. Coldiretti Forlì-Cesena, attraverso il presidente Massimiliano Bernabini e il direttore Alessandro Corsini ha espresso vicinanza alle aziende e ribadito la necessità di un intervento istituzionale tempestivo per sostenere le imprese agricole, sollecitando il riconoscimento dello stato di calamità naturale e l’attivazione di ristori straordinari. Eventi estremi di questa portata, sempre più frequenti, richiedano politiche di lungo respiro che Coldiretti porta avanti da anni: la promozione di sistemi assicurativi agevolati, il rafforzamento degli strumenti di difesa attiva come le reti antigrandine, la semplificazione delle procedure di accesso ai fondi pubblici e la costruzione di un vero piano di resilienza agricola nazionale”.
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