25 Agosto 2025
un modello per lo sviluppo sostenibile dei territori • BCC La Voce


Un’eccezione virtuosa al globalismo: radicata, resiliente e profondamente umana. Un modello che non solo resiste, ma indica una via possibile per un’economia più giusta, inclusiva e sostenibile.

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Nel cuore della finanza cooperativa si consolida un modello che oggi più che mai mostra la propria attualità: quello della finanza geo-circolare delle Banche di Credito Cooperativo (BCC). Un modello che trae forza da un legame indissolubile con il territorio, con una base sociale fatta al 100% da soci e socie che vivono e lavorano nella stessa comunità in cui operano le banche.

Questa prossimità non è solo fisica, ma strategica: almeno il 95% del credito erogato resta nello stesso territorio da cui proviene il risparmio, in un circuito virtuoso che alimenta sviluppo locale, fiducia e coesione sociale. È un sistema bancario in cui la parola “locale” non è un limite, ma una forza: le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria in centinaia di Comuni, soprattutto minori, e un terzo dei loro sportelli è attivo nelle cosiddette “aree interne”, spesso dimenticate dai grandi gruppi finanziari.

Alla base di questo modello c’è la mutualità prevalente: almeno il 50,1% del credito è destinato ai soci, creando un’economia della relazione, orientata a sostenere famiglie, micro e piccole imprese, associazioni. Il sostegno all’economia reale è la missione principale, con un impatto concreto sulla riduzione delle disuguaglianze di reddito e sull’inclusione finanziaria. In un mondo dove l’accesso al credito è spesso un privilegio, le BCC mantengono viva l’idea di una finanza a misura d’uomo.

La solidità del sistema è garantita da un approccio prudente: almeno il 70% degli utili viene destinato a riserva indivisibile, non distribuibile, che costituisce un patrimonio intergenerazionale a beneficio della comunità. Inoltre, un ulteriore 3% degli utili viene devoluto ai fondi mutualistici a sostegno della cooperazione, promuovendo l’autoimprenditorialità e la crescita del tessuto produttivo locale.

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Ma le BCC non sono solo finanza: sono anche presidio sociale, promotrici di capitale relazionale e culturale. La loro azione genera capitale sociale, impulsa la generatività comunitaria e contribuisce a una stabilità di lungo periodo che affonda le radici in un’etica della responsabilità. In un contesto economico spesso instabile, il ruolo anticiclico delle BCC diventa cruciale: quando l’economia rallenta, il credito cooperativo resta vicino ai territori, sostenendo i soggetti più fragili e stimolando nuova prosperità.

La sostenibilità ambientale e sociale è parte integrante del loro DNA: le BCC investono in progetti che guardano al futuro, contribuendo alla transizione ecologica e a un modello di sviluppo più equo e duraturo. Tutto ciò è possibile grazie a centri decisionali che restano vicini alle comunità, capaci di comprendere i bisogni reali delle persone e delle imprese, e di rispondere con strumenti concreti e tempestivi.

In un mondo globalizzato, dove spesso le decisioni economiche vengono prese a migliaia di chilometri di distanza, la finanza geo-circolare delle BCC si conferma un’eccezione virtuosa: radicata, resiliente e profondamente umana. Un modello che non solo resiste, ma indica una via possibile per un’economia più giusta, inclusiva e sostenibile.



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