25 Agosto 2025
Bonus edilizi nei condomìni, bilancio tra crescita, crisi e futuro incerto: tutto fermo al capolinea per cantieri bloccati


Negli ultimi anni i bonus edilizi hanno rappresentato una delle principali leve per rilanciare il settore delle costruzioni. Tra i maggiori beneficiari, i condomìni, i quali, grazie al Superbonus 110% e agli altri incentivi hanno potuto avviare interventi di riqualificazione altrimenti impensabili (isolamento termico, impianti centralizzati più efficienti, pannelli solari, infissi e molto altro). In alcuni casi i risultati sono stati evidenti: edifici più efficienti, bollette più leggere, aumento del valore immobiliare. Secondo i dati ENEA, fino al 2024 sono stati ristrutturati migliaia di stabili con benefici energetici anche del 40-50%. Ma dietro ai numeri si nascondono anche le ombre di una misura che ha generato caos normativo, squilibri sociali e impatti economici rilevanti sulle finanze pubbliche.

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Cantieri fermi, imprese in crisi

Le numerose modifiche legislative, i blocchi alla cessione del credito e l’incertezza normativa hanno causato ritardi e paralizzato migliaia di cantieri. Molti condomìni si sono ritrovati con lavori avviati e poi sospesi per problemi con le imprese o difficoltà nell’ottenere il credito d’imposta. Alcune aziende hanno anticipato materiali e manodopera, salvo poi non riuscire a monetizzare i crediti fiscali, finendo sull’orlo del fallimento. Il clima di emergenza ha contribuito anche ad una impennata dei prezzi e a una qualità non sempre alla altezza degli standard promessi.

Assemblee difficili, tensioni crescenti

Uno degli effetti collaterali più sottovalutati è stato il clima di tensione all’interno dei condomìni. Le assemblee si sono trasformate in arene, con condòmini divisi tra favorevoli e contrari ai lavori, tra timori economici e sospetti sulle imprese coinvolte. I professionisti – amministratori, tecnici e legali – sono stati spesso costretti a navigare tra burocrazia, scadenze e pressioni incrociate. Non tutti i condomìni hanno potuto accedere ai bonus poiché parecchi con abusi edilizi non sanati sono rimasti esclusi. La misura, concepita per essere universale, ha finito per accentuare disuguaglianze.

Una eredità da gestire

Il Superbonus ha avuto un impatto rilevante anche sulla spesa pubblica: si stima un costo complessivo di oltre 140 miliardi di euro. Il governo ha progressivamente ridotto le aliquote e ristretto i criteri di accesso segnando la fine della fase espansiva dei bonus. Oggi restano misure più contenute come l’Ecobonus ordinario, il Bonus Ristrutturazioni e quello per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Gli esperti chiedono un nuovo approccio: incentivi stabili, mirati, con controlli più stringenti e risorse concentrate sugli edifici più energivori e vulnerabili. Il rischio, altrimenti, è disperdere l’occasione di trasformare davvero il patrimonio edilizio italiano tra i più vecchi e meno efficienti d’Europa. I bonus edilizi nei condomìni hanno segnato un’epoca: tra opportunità di rinnovamento e contraddizioni sistemiche, tra ambizioni green e limiti strutturali del Paese. Il futuro degli incentivi passa ora da un necessario riequilibrio, meno slogan e più pianificazione. La vera sfida non è solo riqualificare gli edifici, ma farlo in modo equo, sostenibile e duraturo.

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Di Fulvio Pironti





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