25 Agosto 2025
Auto elettrica, il peso dell’Indonesia: nichel e trasporti marittimi


L’Indonesia, forte delle più grandi riserve mondiali di nichel e di politiche industriali mirate, sta emergendo come hub globale nella produzione di veicoli elettrici e batterie, attirando gli investimenti dei colossi cinesi, giapponesi e sudcoreani. Inoltre ha un vantaggio sui trasporti marittimi con lo Stretto di Malacca

Riccardo Rossi

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Nel 2015, l’Indonesia, lanciando il National Industry Development Master Plan (Ripin) 2015-2035, ha attribuito al settore dell’automotive un ruolo fondamentale per lo sviluppo industriale nazionale di medio-lungo periodo, volto a rafforzare la competitività del Paese nei settori ad alta tecnologia (robotica, intelligenza artificiale, aerospazio, telecomunicazioni, ecc.). In questo quadro, uno dei traguardi principali fissati da Giacarta è diventare, entro il 2030, un hub di riferimento nel mercato dell’auto elettrica adottando una strategia che combina lo sfruttamento delle vaste riserve di nichel e l’adiacenza dell’arcipelago alla Via marittima di Malacca. Quest’ultima è sempre più utilizzata dalle navi cargo per trasportare veicoli e motocicli prodotti in Giappone e nella Repubblica Popolare Cinese verso i mercati del Medio Oriente e dell’Europa. Nel corso dell’articolo analizzeremo gli investimenti avviati in Indonesia dalle principali case automobilistiche cinesi (Byd e Chery), giapponesi (Toyota e Mitsubishi Motors) e sudcoreane (Hyundai e Kia). Successivamente, focalizzeremo le attenzioni sulle variabili economico-politiche (la concentrazione delle riserve di nichel, gli investimenti diretti esteri e le politiche energetiche indonesiane) che hanno reso Giacarta un importante polo per l’industria automotive globale.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

1Gli investimenti nel settore automotive

—  

Nel corso dell’ultimo ventennio, il comparto automotive indonesiano ha attraversato una rapida crescita, favorita da ingenti investimenti diretti esteri delle principali case automobilistiche dei grandi Paesi industrializzati dell’Asia-Pacifico (Giappone, Cina e Corea del Sud).

Giappone

—  

Tra le case automobilistiche del Sol Levante, Toyota, è presente nel mercato automotive dell’Indonesia con due società che svolgono due funzioni complementari: la Toyota Motor Manufacturing Indonesia (Tmmin) e la PT Toyota-Astra Motor (Tam), risultato di una joint venture tra Toyota Motor Corporation e Astra International. La Tmmin gestisce cinque stabilimenti: Sunter Plant 1 (fondato nel 1973), Sunter Plant 2 (1977), Karawang Plant 1 (1998), Karawang Plant 2 (2013) e Karawang Plant 3 (2016), tutti specializzati nella produzione di motori, parti stampate e fuse e nell’assemblaggio di veicoli, compresi modelli popolari come Fortuner, Innova, Yaris e il veicolo elettrico bZ4X. Nel 2024, la Toyota Motor Manufacturing Indonesia ha esportato 276.089 unità, pari a circa il 61% delle esportazioni totali di veicoli completamente assemblati (Cbu) dell’Indonesia. Queste esportazioni raggiungono oltre 100 Paesi, compresi i mercati del Medio Oriente, dell’Africa, del Sud-est asiatico e dell’America Latina.

La PT Toyota-Astra Motor (Tam), controlla la rete di distribuzione e di vendita coprendo circa il 32% del mercato automotive dell’Indonesia, pertanto svolge una funzione imprescindibile per gli interessi industriali del colosso giapponese nel Paese e nella regione del sud-est asiatico. La seconda casa automotive giapponese considerata è la Mitsubishi, che presso lo stabilimento di Cikarang produce la best-seller XPander Mpv e l’Outlander Phev; inoltre, tra il 2022 e la fine di quest’anno ha programmato un piano di investimento di circa 667 milioni di dollari per espandere le capacità produttive a favore dei veicoli plug-in hybrid ed elettrici. Questa strategia del colosso nipponico si allinea al programma industriale indonesiano riassunto nel National Industry Development Master Plan (Ripin) 2015-2035.

Le case sudcoreane

—  

Negli ultimi anni, il gruppo Hyundai-Kia ha aumentato la propria presenza nel settore dell’automotive indonesiano. Nel 2024, Hyundai ha effettuato nel Paese un investimento di 1,1 miliardi di dollari per sviluppare una filiera nella produzione di veicoli elettrici; mentre, assieme alla multinazionale LG Energy Solution, ha aperto uno stabilimento a Karawang (West Giava), dedicato alla produzione di celle per batterie Ev. Al contempo la casa di Seul ha mantenuto operativa la fabbrica di Cikarang, che assembla veicoli elettrici a batteria (Bev) e modelli con motorizzazioni termiche, garantendo una produzione annua di circa 42.000 unità. La gemella Kia Motors, condivide gli impianti di produzione con Hyundai e tra il 2019 e il 2023 ha stanziato 50 milioni di dollari per aggiornare le linee di assemblaggio, rendendole compatibili con la produzione di Ev.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Le case cinesi

—  

La Repubblica Popolare Cinese, dalla presentazione, nel 2012, del progetto politico-economico della Belt and Road Initiative, ha progressivamente aumentato la propria influenza nel mercato dell’automotive indonesiano attraverso i colossi Byd e Chery. Negli ultimi anni, Byd ha aumentato la propria presenza in Indonesia realizzando a Subang (Giava Occidentale) uno stabilimento dedicato alla produzione e alla ricerca e sviluppo di veicoli elettrici, con una capacità produttiva annua di 150.000 unità. Ad oggi, rappresenta il più grande investimento del colosso cinese nel Paese. Nel 2023, Chery, con un investimento iniziale di 16 milioni di dollari, ha avviato presso lo stabilimento di PT Handal Indonesia Motor a Bekasi (Giava Occidentale), utilizzando sistemi di assemblaggio provenienti dalla Cina; inoltre, il colosso cinese ha anche annunciato l’intenzione di espandere la produzione in Indonesia e di utilizzarla come hub regionale per l’Asia sudorientale e le esportazioni verso i mercati del Medio Oriente e dell’Europa.

2Il Nichel, essenziale per le batterie

—  

Secondo le rilevazioni dello United States Geological Survey l’Indonesia è il Paese con le maggiori riserve mondiali di nichel (21 milioni di tonnellate) e nel 2023 ha estratto e raffinato circa 1,8 milioni di tonnellate. La maggioranza delle concentrazioni di nichel è localizzata nelle Sulawesi, nell’Halmahera e nelle Maluku Islands. Il territorio insulare delle Sulawesi detiene la quota maggiore delle riserve di nichel indonesiane (circa 11 milioni di tonnellate) e include due importanti parchi industriali: Morowali (Imip) e Pomalaa (Hpal).

La zona industriale di Morowali (Imip), localizzata nell’area centrale delle Sulawesi, è stata sviluppata dalla compagnia cinese Tsingshan Holding Group in collaborazione con l’indonesiana Bintang Delapan Group. Nel 2023, dall’Imip sono state estratte 20 Mt di minerale, di cui circa 600.000 tonnellate di nichel.  Il progetto Pomalaa, localizzato nell’area sud-orientale delle Sulawesi, è stato lanciato nel novembre 2022, prevedendo un investimento tra i 4,3 e i 4,5 miliardi di dollari, con l’obiettivo di produrre circa 120.000 tonnellate di nichel e 15.000 tonnellate di cobalto all’anno. Il sottosuolo dell’isola di Halmahera custodisce circa sette milioni di tonnellate di nichel, rendendola la seconda area di riserva più grande dell’Indonesia. Questa elevata concentrazione di nichel ha portato alla realizzazione di vari progetti minerari, tra cui il PT Halmahera Persada Lygend Hpal Plant, che garantisce una produzione annua di 36.000 tonnellate di nichel, dedicate alla catena di approvvigionamento per la produzione di veicoli elettrici. Infine, l’ultima delle tre aree indonesiane ricche di nichel è rappresentata dalle isole Maluku che, nonostante le dimensioni ridotte rispetto all’arcipelago delle Sulawesi e del territorio insulare di Halmahera, custodiscono discrete riserve di tonnellate di nichel.

Nel corso degli ultimi anni, gli investimenti esteri sul nichel indonesiano sono stati trainati soprattutto dalla Cina, che domina il settore attraverso la compagnia Tsingshan Holding Group, costruttrice dell’impianto di nickel pig iron (Npi), situato a Morowali, situato nella provincia di Sulawesi Centrale. Oltre alla Cina, è presente anche la Corea del Sud, con le società Posco e LG Energy Solution, coinvolte in progetti di estrazione ad alta pressione e acidità (High Pressure Acid Leach, Hpal) nella regione di Sulawesi. Tra i Paesi del Vecchio Continente, la Francia opera in Indonesia attraverso la Eramet, che partecipa alla joint venture PT Weda Bay Nickel, una delle principali operazioni integrate nel Paese. Dal 2020 Giacarta ha vietato l’esportazione del minerale grezzo, con l’obiettivo di incentivare la lavorazione e la raffinazione interne.

3Le politiche indonesiane

—  

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Il progetto industriale indonesiano di medio-lungo periodo, definito nel National Long-Term Development Plan 2025-2045 e nel National Industry Development Master Plan (Ripin) 2015-2035, ha individuato nello sviluppo del comparto automotive un asset fondamentale per sostenere la crescita e la competitività della nazione. In quest’ottica, Giacarta ha elaborato una specifica strategia dedicata al comparto, articolata su tre modalità di intervento, che integrano misure di stimolo alla domanda, sviluppo della capacità produttiva interna e valorizzazione della posizione geostrategica del Paese. La prima linea di azione, in linea con molti Paesi dell’Unione Europea, prevede l’introduzione di incentivi fiscali per ridurre i prezzi dei veicoli elettrici a favore dei consumatori meno abbienti e stimolare la domanda interna. Nel 2025, il budget totale per gli incentivi fiscali sui veicoli elettrici è stato fissato dal governo indonesiano a circa 400 milioni di dollari (6,16 trilioni di IDR); invece, entro il 2030, il governo indonesiano prevede la formazione di un parco auto circolante elettrico di circa 2 milioni di veicoli

La seconda modalità di intervento è stata formalizzata nel 2019 dall’ex presidente indonesiano Joko Widodo ratificando il Regolamento Presidenziale (Perpres) n. 55/2019 sull’Accelerazione del programma per i veicoli elettrici a batteria per il trasporto su strada, stabilendo, come riportato dal Center for Strategic and International Studies, l’obiettivo di sviluppare una catena di approvvigionamento integrata per i veicoli elettrici (Ev) e trasformare l’Indonesia in uno dei principali hub di produzione e esportazione di batterie per veicoli elettrici. Secondo le stime governative, entro il 2030 questa strategia potrebbe creare oltre nuovi posti di lavoro, incrementare il contributo del settore automobilistico al Pil dal 5% al 7% e raggiungere una produzione annua di 600.000 veicoli elettrici.

La terza modalità di intervento punta a valorizzare l’adiacenza dell’Indonesia alla rotta marittima di Malacca, che ogni anno è percorsa da circa 94.000 navi, veicolando circa il 30% delle merci globali e il 60% delle materie prime energetiche provenienti dai Paesi Opec. Nel 2023, lo Stretto di Malacca, con un flusso di 23,7 milioni di barili (bpd) di petrolio, è diventato il più importante chokepoint globale superando il restringimento di Hormuz che, nello stesso anno, aveva registrato un traffico di greggio pari a 20,5 milioni di bpd. Questa centralità logistica dello Stretto di Malacca è stata in più occasione considerata dal governo indonesiano come un importante vantaggio competitivo per l’esportazione di veicoli elettrici, batterie e componenti prodotti verso i mercati dell’Asia settentrionale, l’Europa e il Medio Oriente.

4Conclusioni

—  

In base a quanto discusso nel corso dell’articolo possiamo affermare con certezza che l’Indonesia è diventata una importante realtà per l’industria automobilistica globale, in particolare nei settori delle auto elettriche e plug-in hybrid considerate dai principali costruttori europei, giapponesi, sudcoreani e cinesi una spina dorsale per la mobilità del futuro. Questo ruolo emergente di Giacarta come abbiamo visto nel corso dell’articolo, non è casuale, ma è il risultato della combinazione di più fattori. Innanzitutto, la presenza della maggiore concentrazione mondiale di riserve di nichel — risorsa imprescindibile per la produzione dei pacchi batteria dei veicoli elettrici e plug-in hybrid — ha progressivamente attratto gli investimenti diretti esteri di Toyota, del colosso sudcoreano Hyundai-Kia e le compagnie cinesi, in primis Byd e Chery. A questo possiamo aggiungere l’importante adiacenza del territorio insulare indonesiano allo stretto marittimo di Malacca: il principale punto di passaggio marittimo per le navi cargo cariche delle vetture prodotte in Cina, Corea del Sud e Giappone dirette verso i mercati del Medio Oriente e dell’Europa.

 La combinazione tra l’enorme dotazione di nichel — risorsa strategica per la transizione energetica —, la collocazione geografica lungo uno dei corridoi marittimi più trafficati al mondo e le politiche industriali mirate varate dall’ex presidente Joko Widodo, è destinata nei prossimi anni a ridefinire il ruolo dell’Indonesia nell’economia globale dell’automotive. Da hub regionale del Sud-est asiatico, Giacarta si prepara a diventare un pilastro della catena di fornitura mondiale per veicoli elettrici e batterie, capace di influenzare gli equilibri tecnologici e commerciali della mobilità del futuro.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura