27 Agosto 2025
Maria Anghileri, Eusider: «Dazi sull’acciaio penalizzanti: meno barriere interne nell’Ue e via all’accordo Mercosur»


di
Alessandra Puato

«Servono nuovi mercati e modelli produttivi», dice la presidente di Confindustria Giovani che guida il gruppo siderurgico con il fratello Giacomino. «Rischiamo che si riversi qui il prodotto cinese»

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Più valore e supporto alle imprese dei giovani, «per esempio, con un migliore accesso al credito per le startup». Nuovi mercati di sbocco, alternativi agli Stati Uniti, per le aziende europee: con «la firma rapida, innanzitutto, dell’accordo sul Mercosur», cioè con l’America Latina. E «meno barriere interne», nell’Ue, per contrastare la politica americana dei dazi che «ha stravolto i commerci mondiali».
Sono le tre strade per reagire alle difficoltà della manifattura indicate da Maria Anghileri, direttrice operativa (chief operating officer) e azionista con il fratello Giacomino di Eusider, gruppo siderurgico lombardo con 18 stabilimenti in Italia e 950 dipendenti che nelle acquisizioni e negli impianti ha investito, dichiara, 150 milioni in due anni e vuole continuare. «I dazi sull’acciaio e l’alluminio sono rimasti al 50%, il nostro settore è uno dei più penalizzati — dice Maria Anghileri —. Le tariffe si estendono anche a più di 400 prodotti con parti in acciaio e alluminio come condizionatori, motori idraulici, macchinari per l’industria. In più c’è il rischio che l’acciaio asiatico, trovando chiusa la frontiera americana, si riversi in Europa. È necessario un potenziamento delle misure di salvaguardia da parte dell’Unione europea».

Passaggio generazionale

Dallo scorso dicembre l’imprenditrice lecchese, che siede anche nel consiglio di amministrazione del Crédit Agricole Italia, è presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria. Seconda generazione, è al vertice di un’azienda da oltre un miliardo di ricavi, fondata nel 1979 dal padre Eufrasio e dallo zio Antonio, tra i leader europei nella trasformazione e prelavorazione dell’acciaio. Trentotto anni, avvocato, porta un che di pacatamente combattivo nella squadra di Emanuele Orsini, presidente di Viale dell’Astronomia. Un anno fa il padre Eufrasio, nominato cavaliere del lavoro nel 2024, ha ceduto a lei e al fratello il controllo di Eusider (hanno il 49% ciascuno di Eufrasio Holding che ha il 52% di Eusider spa). «Il passaggio generazionale è completato, è stato condotto da nostro padre con lungimiranza — dice —. Abbiamo un problema in meno a cui pensare oggi, possiamo concentrarci sulla crescita». Anche per acquisizioni dove Eusider, associata Aidaf, intende continuare a investire «con prudenza per mantenere solidità», dice il ceo Giacomino Anghileri.




















































Le acquisizioni

L’ultimo acquisto, in febbraio, è stata la bresciana Snar Laminati, laminazione a freddo. Il progetto, in sintonia con il socio, famiglia Giordani, è fonderla con Lima, azienda già in portafoglio, per costruire un polo. Dice il ceo: «Ci focalizziamo sull’alta qualità. Abbiamo altri dossier in cantiere». Investire, nota, è il cardine della crescita.
«Per spingere le imprese in Italia bisogna favorire gli investimenti — dice Maria —. Perciò salutiamo con favore che sia stato approvato il decreto sull’Ires premiale». Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 agosto, riduce dal 24% al 20% in via transitoria l’imposta sui redditi delle società per alcune imprese che reinvestono in produzione e occupazione.
«Buon punto di partenza, ma va estesa la platea dei beneficiari — dice Maria Anghileri —, perché se non ripartono gli investimenti non riparte l’economia. Occorre che la prossima legge di bilancio si focalizzi sugli investimenti privati, supportando le aziende che vogliono investire e crescere. Da una nostra ricerca emerge che sei giovani imprenditori su dieci intendono investire entro cinque anni, soprattutto con acquisizioni. Vuol dire che la voglia di fare impresa e la propensione al rischio in Italia ci sono». Malgrado le difficoltà: «È una fase di straordinaria complessità. Le guerre e la battaglia dei dazi stanno cambiando il quadro internazionale. Aggiungiamo la nuova rivoluzione industriale, l’intelligenza artificiale, che dev’essere una risorsa per tutti. Dobbiamo aprire nuovi mercati e definire nuovi modelli produttivi».

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Export e giovani

Perciò Maria Anghileri sollecita e definisce «fondamentale», come Confindustria, la ratifica dell’accordo fra l’Ue e il Mercosur, cioè Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. «Potrebbe compensare in parte la diminuzione dell’export verso gli Usa. Il centro studi di Confindustria ha stimato un calo delle esportazioni italiane di 22,6 miliardi, con impatto su 118 mila lavoratori, in seguito ai dazi al 15%. Occorre reagire». Altra leva è, appunto, l’imprenditoria giovanile. «I giovani vanno rimessi al centro della cultura d’impresa».
Così con i Giovani di Confindustria Maria Anghileri ha lanciato la proposta Filiera futuro. «Su 1.100 miliardi di spesa pubblica solo il 9% va in ricerca, istruzione, sviluppo, natalità, nuove imprese: la quota deve raddoppiare», dice. E chiede canali di accesso al credito più aperti per le startup: «Le banche le ritengono a rischio e il venture capital è insufficiente».

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