26 Agosto 2025
Fondi UE e reddito di dignità, Nesci avverte sul rischio dissesto: “Assistenzialismo pericoloso, serve lavoro”


Maria Rosaria Nesci definisce il reddito di dignità un tentativo del M5S di “infinocchiare il popolo calabrese”. Secondo la dirigente, la misura rischierebbe di provocare l’implosione della regione, accentuando le difficoltà economiche e sociali esistenti. Nesci sottolinea che la Calabria ha bisogno di crescita e sviluppo, non di politiche assistenzialistiche che favorirebbero l’immobilismo lavorativo e l’aumento del lavoro in nero.

Fondi europei e statali: vincoli e rischi

La politica di Noi Moderati evidenzia come l’attuale normativa non preveda risorse statali aggiuntive per il reddito di dignità. Inoltre, i fondi europei sono vincolati a specifici obiettivi e non possono essere destinati ad assistenzialismo passivo. Nesci avverte che un uso improprio dei fondi comporterebbe la restituzione delle somme e il possibile dissesto della Calabria, con conseguenze drammatiche per le famiglie e il tessuto produttivo locale.

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Le conseguenze per la regione

Secondo Nesci, la misura rischierebbe di far crollare aziende e servizi regionali, generando un aumento dei costi per le famiglie e favorendo la povertà e lo spopolamento del territorio. Il messaggio è chiaro: il reddito di dignità, così come proposto, non garantirebbe alcuna vera dignità ai cittadini calabresi e rappresenterebbe un rischio sistemico per la regione.

Appello a politiche attive

La proposta di Noi Moderati si concentra invece sul lavoro e lo sviluppo. Nesci chiede politiche mirate a sostenere l’occupazione, la produzione e le imprese, contrastando la deriva assistenzialistica e favorendo una crescita sostenibile e duratura.



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