
Caro direttore,
non posso fare a meno di dirti che ho letto con profonda emozione il tuo editoriale «Ragazzi, tornate a Napoli»: un appello forte e necessario per sfatare vecchi luoghi comuni e restituire il senso del cambiamento in atto. Napoli è infatti oggi una città profondamente diversa.
Vivo a Roma da oltre venticinque anni, ma ogni volta che torno resto colpita dai progressi che ne hanno trasformato il volto. Me ne rendo conto anche perché prima di entrare in Parlamento, la mia carriera istituzionale e politica è iniziata a Napoli, dove ho ricoperto, in età abbastanza giovane, il ruolo di Presidente della Municipalità Chiaia–San Ferdinando–Posillipo: un territorio ricco di contraddizioni, ma anche, come ha anche dimostrato negli ultimi anni, di straordinaria vitalità.
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Se La Capria descriveva una città che «ti ferisce o t’addormenta», oggi Napoli ha imparato a rialzarsi e a trasformare le ferite in energia nuova. Tornare non è solo bello per i giovani in cerca di opportunità, ma anche per chi, come me, porta nel cuore la nostalgia delle proprie radici. Il futuro di Napoli passa certo per turismo, cultura e piccole e medie imprese, ma non solo. La città ha le potenzialità per diventare sempre di più un laboratorio di innovazione e digitalizzazione. Le università e i centri di ricerca — dalla Federico II alla Parthenope al Cnr — sono eccellenze riconosciute a livello internazionale, in grado di alimentare un ecosistema di startup nel fintech, nell’e-health, nella mobilità sostenibile e nella sicurezza digitale, sostenuto dal Pnrr e dai programmi europei. Il patrimonio artistico e culturale può trasformarsi in contenuti digitali e realtà aumentata, creando anche nuove professionalità. I progetti di smart city possono migliorare i servizi pubblici, la sicurezza urbana e la qualità della vita, rendendo Napoli sempre più attrattiva per i giovani e per gli investimenti.
Infine, Napoli può diventare un laboratorio e un punto di riferimento per un’intelligenza artificiale etica e inclusiva: soluzioni al servizio della scuola, della sanità, della mobilità sostenibile. Un dialogo sempre più stretto tra università, imprese e istituzioni può renderla un vero polo mediterraneo della transizione digitale, se queste sfide saranno sempre affrontate anche dalle Istituzioni con responsabilità, visione e partecipazione, mettendo al centro le cittadine e i cittadini e i loro diritti. Anche nel mio ruolo di Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti – organo che tutela i diritti di cittadini e consumatori nell’audiovisivo e nella rete – auspico che Napoli sappia trasformare la sfida digitale in atto in un’opportunità concreta di sviluppo umano e sociale. Oggi più che mai, Napoli non è e non dovrà essere soltanto una città che accoglie, ma una città che innova e guarda al futuro. Con gratitudine.
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