26 Agosto 2025
Manovra fiscale 2026: il governo lavora al taglio dell’Irpef


Il Governo studia la prossima manovra fiscale con due obiettivi chiari per incrementare lo stipendio: un taglio dell’Irpef per il ceto medio e una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Le misure puntano a ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese e ad offrire un sostegno concreto ai contribuenti in difficoltà, favorendo la ripresa economica.

La riduzione dell’aliquota per i redditi medi

L’esecutivo valuta una significativa modifica al secondo scaglione dell’imposta. La proposta, sostenuta da Forza Italia, prevede un taglio Irpef dal 35% al 33%. L’intervento interesserebbe una fascia di reddito estesa fino a 60.000 euro. Questa manovra è pensata per dare respiro al ceto medio, che sostiene la maggior parte del gettito fiscale nazionale. Le simulazioni indicano un risparmio fino a 1.440 euro annui per i redditi più alti di questa fascia. L’obiettivo è stimolare i consumi e sostenere il potere d’acquisto, con un costo di 4 miliardi che il Governo intende coprire con la crescita economica e i concordati fiscali.

Una rottamazione più flessibile per i debiti

Parallelamente, si lavora alla rottamazione quinquies per le pendenze fiscali. La misura si rivolge ai contribuenti con debiti affidati all’agente della riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. La novità chiave è una rateizzazione estesa fino a 120 rate, cioè dieci anni, senza anticipi. Il piano mira a rendere più sostenibile il saldo delle cartelle esattoriali per chi è in difficoltà, ma non è un evasore. I contribuenti potranno inoltre saltare fino a 8 rate senza perdere i benefici, una flessibilità mai vista prima per gestire i pagamenti.

Una strategia fiscale per la fiducia e la crescita

Queste iniziative sono i pilastri di una manovra fiscale integrata. L’obiettivo del Governo è ricostruire un rapporto di fiducia tra Stato e cittadini, sostenendo chi contribuisce correttamente. Da un lato, la rottamazione alleggerisce il sistema giudiziario tributario e incentiva la compliance fiscale spontanea. Dall’altro, il taglio dell’Irpef, se ben finanziato, può innescare un circolo virtuoso di crescita economica. Un aumento dei consumi porterebbe a un ampliamento della base imponibile, compensando in parte la riduzione del gettito fiscale iniziale.

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