26 Agosto 2025
Costruzioni, il 13% delle imprese prevede un aumento del fatturato nel 2025


Settore delle costruzioni in buona salute. Il 13% delle imprese prevede infatti di chiudere il 2025 con un aumento del fatturato. Nel confronto con lo stesso periodo del 2024, il primo trimestre del 2025 è stato caratterizzato da una crescita dei ricavi per più di una impresa su 3 (34%), e per circa la stessa percentuale i ricavi sono rimasti stabili. Questa dinamica positiva è accompagnata non solo dalla soddisfazione per il portafoglio ordini, considerato adeguato da oltre la metà delle imprese del campione (52%), ma anche da livelli elevati di fiducia: quasi 1 impresa su 2 (48%) dichiara un livello di fiducia alto o molto alto nei confronti della propria situazione aziendale.

E’ quanto emerso dall’Osservatorio Saie realizzato in collaborazione con Nomisma secondo cui, guardando al settore, emergono timori legati ai recenti shock geopolitici e all’incerto andamento economico nazionale. Il 76% del campione si è dichiarato pessimista rispetto allo scenario internazionale. Ma che cosa preoccupa maggiormente gli imprenditori? La fine dei bonus edilizi, l’incertezza normativa e la riduzione degli investimenti pubblici e privati sono i fattori che in questo momento rendono più scettiche le aziende. Tra gli incentivi, invece, bonus ristrutturazioni, Superbonus 65% ed Ecobonus sono state tra le misure considerate più apprezzate.

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Passando all’ambito risorse umane, una impresa su 4 prevede di assumere nuovo personale nel prossimo trimestre, con una media di due nuove unità per azienda. In particolare, le figure più ricercate risultano essere impiegati (67%), ingegneri (33%) e operai, questi sia specializzati che non (entrambe le tipologie al 25%). In particolare, la rilevazione dell’Osservatorio Ssie ha confermato che gli operai altamente specializzati sono i profili più difficili da reperire. I motivi? Mancanza di candidati sufficientemente qualificati (66%), competenze non adeguate rispetto alle esigenze aziendali (34%) e scarsa disponibilità nella zona geografica di riferimento (31%), con una maggiore incidenza nel Nord Italia, sono le principali difficoltà incontrate dalle aziende.

Questo ha delle ripercussioni sulle attività produttive: il 31% delle aziende ha dichiarato di avere subito una perdita economica, il 26% ha registrato un ritardo nelle consegne e, infine, il 9% non ha potuto partecipare a determinati bandi proprio a causa della mancanza di personale adeguato. A fronte di questa carenza, oltre 7 aziende su 10 (72%) hanno dichiarato di assumere profili con minore esperienza.

Le aziende stanno investendo dunque maggiori risorse in formazione, attivando anche partnership con ITS e/o scuole di alta specializzazione. Non sorprende che la formazione tecnica e specialistica sia al secondo posto tra le aree prioritarie di investimento, preceduta solo dalla formazione sulla sicurezza sul lavoro. Per gli imprenditori, l’investimento in formazione rappresenta l’elemento chiave per incrementare le competenze, aumentare la produttività e migliorare l’immagine aziendale/employer branding. Tuttavia, il budget rimane contenuto, attestandosi sotto i mille euro per dipendente per più di 6 imprese su 10 (66%), con solo il 13% delle aziende disposte a spenderne oltre duemila.

Ma qual è lo stato del settore rispetto all’uso di intelligenza artificiale e nuove tecnologie? Secondo i risultati dello studio, nell’applicazione dell’intelligenza artificiale, la filiera è ancora in fase di studio e valutazione: l’81% delle imprese non la usa, anche se il 35% di questi ha intenzione di integrarla in futuro. Le motivazioni che portano le aziende a non ricorrere all’IA sono diverse: mentre molte aziende dichiarano di non avere l’expertise necessaria per utilizzarla, altre sono già soddisfatte dalla propria organizzazione interna e preferiscono lavorare come hanno sempre fatto. Tuttavia, sono quasi 5 su 10 le aziende che prevedono di implementare l’intelligenza artificiale nei prossimi 2-3 anni.

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Chi la usa invece – circa il 19% – appartiene soprattutto al settore della Progettazione e dei Servizi, con prevalenza nelle imprese del Centro-Nord. Tra le aree di applicazione più frequenti, il marketing/comunicazione/crm si colloca al primo posto, seguito da customer service e produzione. Tra i vantaggi principali nell’utilizzare l’IA, le imprese citano l’aumento dell’efficienza operativa, l’automazione dei compiti ripetitivi e il miglioramento del servizio clienti. Anche qui la formazione gioca un ruolo centrale, con più della metà delle aziende (58%) che sta organizzando corsi o intende farlo prossimamente.



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