27 Agosto 2025
Ires premiale, come funziona e chi ne può fruire nel 2025


Con la firma del decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze è arrivato il via libera definitivo all’Ires premiale, anche conosciuta come mini Ires. La misura è stata introdotta attraverso la Legge di Bilancio 2025 con uno scopo ben preciso: incentivare gli investimenti delle aziende e promuovere l’occupazione.

Il premio riservato alle aziende che si muovono in questo senso è una riduzione dell’aliquota Ires che scende dal 24% al 20%. L’agevolazione si applica al periodo d’imposta 2025 e deve essere gestita attraverso la dichiarazione dei redditi 2026.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

L’Ires premiale dovrebbe rimanere in vigore solo per un anno, sempre che non venga prorogata all’ultimo momento.

Come funziona l’Ires premiale

Da un punto di vista strettamente pragmatico l’Ires premiale consiste in una riduzione dell’aliquota Ires che passa dal 24% al 20% nel momento in cui l’azienda è in possesso di alcune caratteristiche.

Attraverso questa agevolazione il legislatore vuole incentivare le imprese che patrimonializzano gli utili, effettuano degli investimenti qualificati e, soprattutto, incrementano la forza lavoro. Non devono, però, ricorrere a degli ammortizzatori sociali.

L’Ires premiale, almeno per il momento, è stata introdotta a livello sperimentale e serve a stimolare le imprese ad acquistare nuovi macchinari e usare tecnologie innovative.

Contabilità

Buste paga

 

Devono inoltre assumere personale e investire:

  • nello sviluppo e nell’innovazione dei prodotti;
  • nella sostenibilità ambientale;
  • in progetti che contribuiscono a renderle più green a ridurre il loro impatto sull’ambiente.

Chi può beneficiare del nuovo incentivo

Hanno la possibilità di accedere all’Ires premiale i seguenti soggetti:

  • le società di capitali;
  • le cooperative;
  • le mutue assicuratrici;
  • gli enti commerciali;
  • le stabili organizzazioni in Italia di soggetti esteri.

L’Ires premiale è prevista anche per gli enti non commerciali, ma solo sulla parte del reddito d’impresa che proviene direttamente da un’attività commerciale: deve essere, però, mantenuta con una contabilità separata.

Non vi possono accedere, invece, i soggetti che sono in liquidazioni o stiano gestendo delle procedure concorsuali liquidatorie. Escluse anche le società non operative e quelle che hanno aderito a dei regimi forfettari speciali.

I requisiti necessari per l’Ires premiale

Per poter accedere all’agevolazione l’azienda non deve aver utilizzato la cassa integrazione nel 2024 e nel 2025, eccetto che per motivi dovuti ad eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, nei quali rientrano le intemperie temporali (come la cassa integrazione per caldo eccessivo). A prevederlo è l’articolo 11, lettera a) del Dlgs n. 148/15.

Nel 2025 l’azienda deve dimostrare una certa stabilità occupazionale, che deve essere superiore o almeno pari alla media registrata nel triennio 2022-2024.

L’Ires premiale spetta nel caso in cui quest’anno l’azienda si faccia parte attiva per assumere nuovi dipendenti o stabilizzare i contratti esistenti: il personale deve crescere almeno dell’1% rispetto al 2024 e, comunque, almeno di un’unità.

Il legislatore ha introdotto questo obbligo con un obiettivo ben preciso: far in modo che l’azienda mantenga gli impegni assunti nei confronti dei propri dipendenti, cercando di rendere leggermente più stabile il mercato del lavoro e promuovendo una politica di crescita interna.

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Gli incrementi possono avvenire attraverso nuove assunzioni o con delle stabilizzazioni contrattuali.

Molto pragmaticamente, per verificare che l’azienda sia in possesso di questo requisito, è necessario confrontare il numero dei dipendenti assunti a tempo indeterminato alla fine del 2025 con la media del 2024.

Il calcolo deve prendere in considerazione anche i decrementi registrati nelle altre società del gruppo presenti in Italia.

Accantonamento dell’utile 2024

Altro requisito importante è quello relativo all’utile 2024, che deve essere accantonato per almeno l’80% del suo importo: ai fini pratici deve essere costituita un’apposita riserva che andrà intestata alla norma agevolata. Sono escluse dall’Ires premiale, quindi, le aziende che chiudono il bilancio in negativo.

Gli investimenti green

Tra il 1° gennaio 2025 ed il 31 ottobre 2026 – termine entro il quale deve essere presentata la dichiarazione dei redditi relativa al 2025 – l’azienda deve aver effettuato una serie di investimenti nelle strutture ubicate in Italia che coinvolgano i beni materiali ed immateriali. Devono avere caratteristiche 4.0 e 5.0.

Attraverso questi investimenti deve essere favorita l’adozione di tecnologie innovative e, soprattutto, devono contribuire a migliorare la competitività sul mercato globale. Entrando un po’ più nel dettaglio, chi vuole accedere all’Ires premiale deve effettuare degli investimenti per un importo pari al maggiore tra il 24% dell’utile 2024 – ossia il 30% dell’80% che corrisponde al minimo accantonato a riserva – e il 24% dell’utile registrato nel 2023.

Uno dei pilastri principali per accedere all’Ires premiale è costituito dalla Transizione 4.0 e 5.0: gli investimenti nelle tecnologie innovative vengono incentivati attraverso questa misura fiscale.

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Particolarmente utile, in questo senso, è l’adozione di beni materiali e immateriali attraverso i quali sia possibile migliorare i processi produttivi dell’azienda. Per accedere agli sconti previsti è necessario migliorare l’efficienza energetica.

Riuscire ad adottare dei nuovi strumenti tecnologici attraverso i quali cavalcare la Transizione 4.0 e 5.0 permette di migliorare la produttività. Ma sono anche un vantaggio competitivo per le aziende italiane che devono competere in parterre internazionali.

Quali incentivi sono cumulabili

Le aziende hanno la possibilità di cumulare l’Ires premiale con altri incentivi messi a disposizione dall’Unione europea. Ma anche con il credito d’imposta previsto per gli investimenti nella zona economica speciale (Zes) del Mezzogiorno.

È importante, però, che la somma dei benefici non arrivi a superare il 100% del costo dell’investimento agevolato. L’Ires premiale, però, non è cumulabile con il credito d’imposta Industria 4.0.

Quali sono le cause che portano a perdere il beneficio

L’Ires premiale viene revocata nel caso in cui la quota di utile accantonata, al netto delle perdite, viene distribuita entro il secondo esercizio successivo al 2024. O nel caso in cui i beni agevolati vengano dismessi o ceduti entro cinque anni dall’acquisto. Sempre che non vengano sostituiti.

Nel caso in cui l’impresa dovesse decadere dall’Ires premiale deve restituire la differenza d’imposta.

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