
In Italia vivono circa 5,4 milioni di cittadini stranieri, cioè circa il 9,2% della popolazione totale secondo i dati del XV Rapporto annuale “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia 2025”, MLPS. La maggior parte viene da Paesi al di fuori dall’Unione Europea, ma ci sono anche persone che provengono da altri Paesi europei.
Permessi di soggiorno
Gli stranieri hanno permessi di soggiorno diversi, secondo il motivo della loro presenza in Italia. I dati del 2023 dicono che:
- il 39% dei permessi è per motivi familiari (ricongiungimento con la famiglia),
- il 32,1% per protezione internazionale (rifugiati, asilo),
- l’11,8% per motivi di lavoro,
- l’8,3% per studio,
- e l’8,8% per altri motivi (religione, salute, residenza elettiva).
La durata dei permessi è diversa in base alla regione. Nel Lazio, Veneto, Lombardia e Piemonte, più del 40% dei permessi durava più di 12 mesi. In regioni come Molise, Puglia, Basilicata e Friuli-Venezia Giulia, molti permessi duravano meno di 6 mesi.
Mercato del lavoro
Nel mercato del lavoro, gli stranieri sono molto importanti. Secondo il rapporto del Ministero del Lavoro, nel 2024 si stimava che gli stranieri fossero circa il 10,5% di tutti i lavoratori in Italia, cioè circa 2,5 milioni di persone.
Gli stranieri lavorano soprattutto nei settori:
- servizi personali e collettivi (cura delle persone, pulizie, assistenza),
- agricoltura,
- ristorazione e turismo,
- costruzioni.
Questi lavori, spesso faticosi, sono indispensabili per l’andamento della vita di tutti i giorni.
Ci sono anche differenze tra uomini e donne.
Nel 2023 il tasso di occupazione eram pari al:
- 75% per gli uomini stranieri non UE,
- 46,5% per le donne straniere non UE.
Il tasso di disoccupazione (chi cerca lavoro ma non lo trova) era:
- 9,1% per gli uomini,
- 12% per le donne.
Contratti di lavoro
Un’altra informazione importante riguarda i contratti di lavoro.
Nel 2023 circa il 70% dei contratti firmati da cittadini stranieri era a tempo determinato (cioè con una data di fine). Solo il 30% era a tempo indeterminato (senza scadenza).
Però, rispetto al 2022, i contratti stabili erano in aumento del +9,1%, quindi c’era un miglioramento.
Le imprese italiane hanno bisogno di lavoratori stranieri.
Nel 2024 si stimava che le imprese avrebbero programmato più di 1 milione di assunzioni di stranieri (precisamente 1.082.170).
I settori con più bisogno erano:
- servizi personali e collettivi (764 mila assunzioni previste),
- industria (317 mila),
- costruzioni.
Ma le imprese dicevano anche che in oltre un caso su due (54,7%) era difficile trovare i lavoratori giusti, soprattutto per:
- lavori stagionali (come in agricoltura o turismo),
- lavori con competenze speciali (per esempio elettricisti, saldatori, infermieri, operai specializzati).
Anche l’imprenditoria straniera è molto presente in Italia.
Nel 2023 le imprese individuali con un titolare straniero non UE erano 392.751, cioè il 13,3% del totale delle imprese italiane.
Queste imprese lavorano soprattutto in:
- servizi di assistenza e famiglie,
- ristorazione e turismo,
- commercio e riparazioni,
- costruzioni,
- attività manifatturiere.
Gli imprenditori stranieri creano lavoro, per sé stessi e per altri, e contribuiscono molto all’economia italiana.
Servizi sociali e welfare
Anche sul piano sociale, molti stranieri usano i servizi di protezione sociale.
Nel 2023:
- 128.714 stranieri non UE hanno ricevuto la NASpI (disoccupazione),
- 116.241 hanno ricevuto la Cassa Integrazione (quando l’azienda sospende il lavoro),
- 138.197 hanno ricevuto pensioni previdenziali,
- 155.350 hanno ricevuto pensioni assistenziali.
Sono numeri più bassi rispetto agli italiani, ma dimostrano che anche gli stranieri fanno parte del sistema di welfare.
Un problema serio riguarda gli infortuni sul lavoro.
Nel 2023 ci sono stati:
- 515.688 denunce di infortunio totali,
- di cui 118.072 riguardavano lavoratori stranieri.
I settori più pericolosi per gli stranieri sono:
- costruzioni (28,5%),
- manifattura (14,9%),
- trasporto e magazzinaggio (14,2%),
- sanità (9%).
Nel 2023 ci sono stati anche 226 decessi sul lavoro tra stranieri. Questo dimostra che servono più formazione, sicurezza e controlli per proteggere la salute dei lavoratori.
Gli stranieri sono una parte fondamentale della società italiana.
Lavorano, pagano le tasse, aprono imprese, aiutano le famiglie, lavorano nei campi, nelle fabbriche, nelle case, nei ristoranti.
Le sfide ci sono: servono più contratti stabili, più sicurezza sul lavoro, più integrazione e formazione professionale.
Ma i dati mostrano anche una cosa chiara: senza i lavoratori stranieri, molti settori dell’Italia si fermerebbero.
Per questo è importante continuare a parlare di loro, raccontare le loro storie, leggere i dati in modo critico e cercare soluzioni per un mercato del lavoro più giusto, sicuro e inclusivo per tutti.
Maryam Barak
(26 Agosto 2025)
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