
Nel 2025 il comparto dell’efficienza energetica negli edifici, e in particolare quello della contabilizzazione del calore, mostra segnali concreti di ripartenza. Dopo anni di forte crescita e una successiva fase di assestamento, oggi si apre una nuova stagione per il mercato della sostituzione, sia dei ripartitori di calore sia dei contatori diretti. Due segmenti distinti ma accomunati da un’evoluzione tecnologica e normativa che non si può più ignorare.
Parliamo di un mercato che ha già dimostrato il suo impatto: milioni di famiglie italiane hanno beneficiato, nel decennio passato, di sistemi di contabilizzazione del calore in grado di migliorare l’efficienza energetica e abbattere i costi in bolletta. Ora, però, molti degli impianti installati tra il 2010 e il 2015 stanno raggiungendo il termine naturale della loro vita utile. È questo il momento in cui chi ha già compiuto una scelta virtuosa deve tornare a investire, sostituendo dispositivi ormai obsoleti con soluzioni di nuova generazione.
Rispetto al passato, però, oggi c’è una differenza fondamentale: non si tratta più solo di misurare, ma di gestire in modo intelligente i consumi. I nuovi ripartitori, grazie alla tecnologia AMR (Automatic Meter Reading), sono in grado di trasmettere in remoto i dati di consumo, eliminando la necessità di accedere fisicamente alle singole unità immobiliari. Un beneficio evidente in termini di comodità, efficienza operativa e qualità del dato. Questo tipo di soluzione rappresenta inoltre una risposta concreta ai requisiti sempre più stringenti della Direttiva europea sull’efficienza energetica (EED), che entro il 2027 renderà obbligatoria la disponibilità di strumenti capaci di garantire la lettura da remoto e l’accesso frequente ai dati da parte degli utenti.
Anche sul fronte della contabilizzazione diretta il mercato sta crescendo. In particolare, si sta affermando la domanda di tecnologie più avanzate, come i contatori ad ultrasuoni, apprezzati per l’affidabilità e la precisione nella rilevazione. Cresce anche l’adozione di sistemi radio, che consentono la trasmissione dei dati in modalità wireless, rendendo più agevole la gestione centralizzata e la manutenzione.
La combinazione tra obblighi normativi e disponibilità tecnologica crea un’opportunità concreta per il mercato: si apre una nuova fase in cui gli operatori possono proporre interventi ad alto valore aggiunto, non solo per il rispetto delle regole ma anche per il miglioramento del servizio offerto all’utenza.
C’è però ancora strada da fare. Il potenziale del mercato è lontano dall’essere espresso appieno: da un lato per la lentezza di alcune decisioni condominiali, dall’altro per la scarsa consapevolezza di quanto una sostituzione mancata possa compromettere la corretta ripartizione delle spese tra i condomini. Basta infatti che anche solo una parte dei dispositivi in uno stabile smetta di funzionare correttamente per rendere non equo l’intero sistema di suddivisione dei costi.
Per questo è fondamentale agire con visione e responsabilità. Oggi la sostituzione dei dispositivi non è solo una necessità tecnica, ma rappresenta una leva strategica per efficientare, digitalizzare e rendere più trasparente il sistema edificio-impianto.
In gioco non c’è solo la conformità a una scadenza normativa, ma la possibilità concreta di trasformare gli impianti in infrastrutture intelligenti al servizio del comfort, della sostenibilità e del valore immobiliare. Chi saprà cogliere questa occasione sarà pronto non solo per il 2027, ma per un mercato sempre più orientato a consumatori consapevoli e soluzioni data-driven.
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