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Dal 29 agosto 2025 cambiano radicalmente le regole per chi spedisce merci verso gli Stati Uniti: ecco tutte le novità.
Dal 29 agosto 2025 cambiano radicalmente le regole per chi spedisce merci verso gli Stati Uniti. Con un decreto federale firmato a fine luglio, Washington ha deciso di eliminare la franchigia fino a 800 dollari che, fino ad oggi, consentiva l’ingresso di beni a basso valore senza il pagamento di dazi doganali.
La novità ha colto di sorpresa operatori e aziende: già dal 23 agosto Poste Italiane ha sospeso l’accettazione di pacchi contenenti merci per gli USA, in attesa di aggiornare le tariffe e adeguarsi al nuovo quadro normativo.
Cosa cambia con i nuovi dazi americani
La regola è semplice: tutte le spedizioni commerciali dirette negli Stati Uniti saranno soggette a dazio doganale, indipendentemente dal loro valore. Le uniche eccezioni riguardano:
- Regali sotto i 100 dollari;
- Beni personali fino a 200 dollari trasportati dai viaggiatori.
Per i primi sei mesi entrerà in vigore un regime transitorio con tariffe fisse per categoria:
- 80 dollari per prodotti con aliquota fino al 16%;
- 160 dollari tra il 16% e il 25%;
- 200 dollari per aliquote superiori al 25%.
Terminato il periodo di prova, il dazio sarà calcolato come percentuale sul valore dichiarato della merce, in base al tipo di prodotto e al Paese di origine.
Poste Italiane: sospese le spedizioni di merci
Per garantire l’allineamento alle nuove regole, Poste Italiane ha bloccato dal 23 agosto l’accettazione di pacchi contenenti merci per gli USA.
Restano attivi, invece:
- I servizi di corrispondenza senza merce;
- Le spedizioni con Poste Delivery International Express, che seguono un canale logistico differente e non sono coinvolte dalle nuove disposizioni.
Conseguenze per le imprese e l’e-commerce
Il cambio di rotta americano rischia di diventare un boomerang per le PMI italiane, in particolare per chi vende online negli Stati Uniti.
Le nuove procedure implicano:
- Maggiori costi per spedizione;
- Più burocrazia per la gestione doganale;
- Rischio di ritardi nelle consegne a causa dell’adattamento degli operatori postali.
Le associazioni di categoria sottolineano che l’aumento dei costi potrebbe compromettere la competitività dei prodotti italiani, già penalizzati da un cambio euro-dollaro instabile e dalla concorrenza asiatica.
Il problema dei tempi e i rischi di paralisi
Il vero problema è la tempistica: le specifiche tecniche sono state pubblicate solo il 15 agosto, lasciando a spedizionieri e operatori postali pochissimi giorni per aggiornare sistemi e tariffe.
Senza deroghe o chiarimenti rapidi, si teme un congelamento temporaneo delle spedizioni verso gli Stati Uniti, con conseguenze dirette su aziende e privati che affidano al canale postale le proprie vendite online.
Europa in allerta: Roma monitora la situazione
Il tema è già arrivato sui tavoli di Bruxelles e del Governo italiano. L’Unione europea sta valutando se chiedere chiarimenti a Washington su eventuali semplificazioni per le spedizioni di basso valore, mentre gli operatori attendono risposte ufficiali dalla dogana americana.
Nel frattempo, il messaggio per chi spedisce negli USA è chiaro: nuovi dazi, più controlli e costi più alti. Una rivoluzione che rischia di cambiare gli equilibri del commercio digitale transatlantico.
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