
Il mercato europeo del software B2B negli ultimi due anni si sta rivelando uno dei segmenti più dinamici e promettenti dell’ecosistema tecnologico del continente. Sebbene i volumi di investimento siano inferiori rispetto al picco del 2021, i segnali di stabilizzazione e maturazione sono evidenti.
Trend di maturazione del software B2B europeo
Secondo Crunchbase, nel 2024 le startup tech europee hanno raccolto circa 51 miliardi di dollari, in leggero calo (-5%) rispetto ai 54 miliardi del 2023. Un dato che comunque segna un +20% rispetto al 2020, a conferma di una traiettoria strutturalmente positiva.
Il nuovo equilibrio si manifesta anche nel fatto che l’Europa ha attratto circa il 16% dei capitali globali di venture capital, contro il 18% dei due anni precedenti. Questo lieve calo è spiegabile anche con lo spostamento di alcune sedi aziendali europee verso gli Stati Uniti. Mentre i round seed ed early-stage tengono bene (oltre il 60% dei volumi di picco), il late-stage ha visto un forte ridimensionamento, attestandosi al 31% dei massimi storici. Infine i mega-round superiori ai 100 milioni di euro sono oggi l’eccezione, non la regola.
Geografia e distribuzione degli investimenti nel software B2B europeo
Il Regno Unito rimane saldamente il primo mercato VC d’Europa, con 17 miliardi raccolti nel 2024 (un terzo dell’intero continente). Seguono Francia (7,9 miliardi) e Germania (7,6 miliardi), che coprono insieme un altro 30% degli investimenti complessivi. La Svizzera si posiziona quarta (2,8 miliardi), con Spagna e Paesi Bassi che consolidano la loro presenza.
Ma la novità più interessante è rappresentata dai mercati emergenti: Italia, Belgio, Portogallo e Lituania hanno mostrato tassi di crescita significativi. L’Italia in particolare, dopo il calo del 2023 sul 2022, ha registrato un +28% su base annua, il dato più alto in Europa nel 2024. Questo risultato testimonia una progressiva distribuzione degli investimenti su tutto il continente e un livellamento delle opportunità tra ecosistemi storici e nuovi hub.
I fondi protagonisti: da Accel a CDP Venture Capital per l’Italia
Nel panorama dei fondi VC attivi nel software B2B europeo, ritroviamo i grandi nomi internazionali come Accel, Index Ventures, Sequoia, Lightspeed, General Catalyst e Balderton. Tra le operazioni più rilevanti del 2024 segnaliamo il round da 1 miliardo di dollari di Wayve (UK), startup britannica nell’ambito dei veicoli autonomi, sostenuto da SoftBank, NVIDIA e Microsoft; il round da 450 milioni di euro della tedesca Helsing, settore AI, guidato da General Catalyst e Accel; e i 300 milioni di DeepL (Germania), sempre AI, round guidato da Index Ventures.
Fondamentale anche il ruolo dei fondi specializzati nel SaaS B2B: Notion Capital, Dawn Capital e Nauta Capital sono tra i principali protagonisti del settore. Sul fronte private equity, operatori tech-centrici come Hg Capital, EQT, Permira, Vista Equity Partners, Thoma Bravo e KKR hanno aumentato la loro esposizione sul mercato europeo.
Da segnalare anche il ruolo crescente dei fondi italiani: CDP Venture Capital è oggi il fondo più attivo nel Paese, mentre Azimut, United Ventures, P101, 360 Capital e Primo Ventures iniziano a operare anche a livello continentale, co-investendo in round europei strategici.
Le tecnologie trainanti: cloud, AI e SaaS verticale
Il cloud resta la grande direttrice tecnologica: nel 2024 la spesa in software enterprise è cresciuta dell’11%, e Gartner prevede un ulteriore +9% nel 2025. La migrazione al SaaS, inteso anche come Service As A Software e non solo come Software As A Service, prosegue senza sosta, favorita anche dalle esigenze di sovranità digitale e compliance normativa. In Germania, ad esempio, il 46,5% delle aziende usa già servizi cloud, e un ulteriore 11% pianifica di adottarli a stretto giro.
L’AI è il secondo grande catalizzatore. Nel 2024, le startup AI europee hanno raccolto 8,8 miliardi di dollari. Casi simbolo includono Mistral AI (Francia, €468M su €5,8B di valutazione), Helsing (Germania, €450M), DeepL (€300M) e Poolside AI (€500M). L’AI generativa è ormai integrata in molte soluzioni B2B, soprattutto per automazione, chatbot e analisi predittive.
Altro trend rilevante è il vertical SaaS: piattaforme specifiche per agricoltura, edilizia, manifattura, sanità e pubblica amministrazione stanno scalando grazie a mercati poco digitalizzati ma molto ricettivi. Esempi come xFarm, Homeday e PlanRadar mostrano come l’Europa stia sviluppando modelli scalabili, integrati e ad alta specializzazione settoriale.
Efficienza e sostenibilità: i nuovi mantra dell’ecosistema
Dopo l’era della crescita a tutti i costi, oggi gli investitori guardano all’efficienza. Secondo GP Bullhound, metà delle scaleup SaaS europee è già profittevole, con EBITDA positivo e tassi di retention netta superiori al 110% annuo. Il fatturato annuo per dipendente (ARR/FTE) ha superato i 150k euro e i gross margin sono tornati a crescere.
Il cosiddetto approccio europeo da “formica” – attento alla sostenibilità, prudente nell’espansione – viene ora rivalutato. In un contesto di tassi alti e capitali più selettivi, la capacità di crescere con burn contenuto è diventata un vantaggio competitivo. Startups come PayFit, Pipedrive o Lighthouse stanno dimostrando che si può scalare con redditività.
Scaleup simbolo del software B2B europeo
Alcune scaleup simbolo dell’ascesa del Software B2B in Europa del biennio 2024-25 includono:
- Wayve (UK) – 1 miliardo di dollari raccolto per veicoli autonomi basati su AI.
- Mistral AI (Francia) – 600 milioni di dollari raccolti in un solo anno.
- Helsing (Germania) – 450 milioni di dollari per software militare basato su AI.
- DeepL (Germania) – 300 milioni di dollari raccolti per espandere la suite AI di traduzione.
- HR Path (Francia) – 500 milioni di dollari raccolti dal fondo Ardian.
- Lighthouse (UK) – 370 milioni di dollari per software travel & hospitality.
Questi deal, tra i più grandi in Europa, dimostrano il crescente interesse verso software scalabili, AI-driven e con chiara trazione di mercato in vari segmenti, tra cui deeptech, defense, hospitality ed enterprise.
Italia e software B2B europeo: un ruolo in espansione
L’Italia, pur non essendo ancora tra i big continentali, ha registrato nel 2024 il tasso di crescita VC più alto d’Europa: +28% YoY. I fondi italiani (CDP, Azimut, United Ventures, P101) iniziano a guardare all’Europa con maggiore ambizione, partecipando a deal cross-border.
Sul fronte delle startup, esempi come D-Orbit, xFarm, Cyber Guru, BizAway e Satispay indicano un’evoluzione chiara. Alcune di queste realtà – xFarm nel vertical SaaS per agricoltura, Cyber Guru nella cybersecurity B2B – si stanno posizionando come veri e propri attori europei, scalando con modelli capital efficient e tecnologia proprietaria.
Altri casi come Casavo, Milkman e LimoLane dimostrano come il B2B tech italiano possa affrontare verticali complessi (immobiliare, logistica, mobilità) e addirittura imporsi fuori dai confini nazionali.
Il software B2B europeo cresce insieme al made in Italy
Il biennio 2024-2025 segna una nuova fase di maturità per il software B2B europeo. Meno hype, più numeri. Meno unicorni veloci, più scaleup solide. Il settore continua ad attrarre capitali (oltre 50 miliardi di euro l’anno), a innovare (AI, SaaS, vertical software) espandendosi in modo sempre più pan-europeo.
L’Italia, pur partendo da posizioni arretrate, sta colmando il divario. I capitali crescono, le startup maturano e il network internazionale si rafforza. Se il trend continuerà, nei prossimi anni potremmo vedere un numero crescente di scaleup italiane tra le protagoniste del software europeo.
Per gli investitori, founder e policy maker, la sfida ora è cogliere questa finestra storica: supportare la nuova generazione di software company europee, accompagnarle nel salto di scala e costruire un ecosistema meno frammentato e più competitivo. Un’Europa software-first, in cui l’Italia giochi da protagonista e non da spettatrice.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link