
La riduzione dei tassi sui prestiti alle imprese ha migliorato le condizioni di offerta ma, nonostante questo contesto più favorevole, le prospettive macroeconomiche incerte non fanno ancora decollare gli investimenti e di conseguenza la domanda di prestiti. Lo stock degli impieghi alle imprese è ancora in calo. Permane buona la qualità del credito ed importante il ricorso all’autofinanziamento.
Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est ha dichiarato: “Le precondizioni necessarie per dare nuovo impulso agli investimenti sono il superamento dell’incertezza, che si aggiunge al peso della burocrazia, e il recupero della fiducia nel futuro. L’economia può crescere solo quando le imprese hanno certezze e sono messe nelle condizioni di investire. A fine 2024 i dati della rilevazione Monitor del credito di FinMonitor indicavano che il 71% delle aziende non prevedeva di aver bisogno di nuovo supporto dal sistema bancario per il 2025. Il 40% del campione intervistato dichiarava piani di investimento, ma solo il 17% riteneva necessario un sostegno finanziario a loro supporto. Un dato che, se da un lato può testimoniare la solidità del nostro tessuto produttivo, dall’altro rivela la prudenza delle imprese, frenate da uno scenario macroeconomico incerto. Il sistema bancari resta ricettivo e disponibile a sostenere progetti di crescita: vogliamo lavorare insieme per accompagnare le imprese verso obiettivi di sviluppo. Fondamentale che anche il Governo faccia la sua parte, attuando con efficacia il Pnrr e valorizzando il risparmio privato a favore dell’economia reale”.
Edoardo Billotto, consigliere delegato per il fisco e la finanza ha commentato: “Gli otto tagli al tasso di riferimento della Bce in dodici mesi hanno più che dimezzato il costo del denaro rispetto a giugno 2024 e l’effetto positivo è evidente sul costo totale del debito. In un contesto caratterizzato da una domanda di credito ancora debole. La propensione agli investimenti delle nostre imprese appare ancorata a valutazioni di ritorno più selettive, con una predilezione per progetti a rapido payback. Prioritario rafforzare il dialogo tra imprese, sistema bancario e classe politica”.
Nel primo semestre 2025 le condizioni di offerta sui prestiti alle imprese rilevate da FinMonitor – Osservatorio Tassi di Confindustria Veneto Est, su un campione di 460 imprese delle province di Padova, Treviso, Venezia, Rovigo, registrano un allentamento, soprattutto a seguito del percorso di riduzione dei tassi di riferimento della Bce. Il 69,5% dei partecipanti non rileva particolari cambiamenti neppure rispetto ai costi generali delle banche che appaiono, a loro volta, stabili. Da segnalare che meno del 32% delle aziende ha chiesto finanziamenti oltre i 18 mesi: ben oltre la metà (53,5%) sono serviti per circolante, riscadenziamenti o manutenzioni. In aumento le operazioni di riordino-riscadenziamento rispetto alla rilevazione precedente (dal 2,2% al 12,3%), mentre si confermano i 5 anni la durata ampiamente più diffusa (51,8%) per le operazioni di medio termine.
A marzo 2025 lo stock del credito alle imprese è diminuito di -3,5 miliardi rispetto a marzo 2024, arrivando a 64 miliardi (-5,2%), calo più marcato rispetto a quello nazionale annuo (-2,3%).
La qualità degli impieghi bancari è buona. FinMonitor rileva che il 20% delle aziende lavorano autofinanziandosi, con poco o assente supporto creditizio bancario. L’evidenza trova conferma anche nella dinamica dei depositi delle imprese in Veneto (oltre 51 Miliardi a marzo 2025).
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