
Dopo due anni di crescita vertiginosa alimentata dalla corsa globale all’intelligenza artificiale, Nvidia ha annunciato risultati trimestrali da record, ma accompagnati da una guidance che ha lasciato Wall Street un po’ delusa. I numeri confermano la leadership indiscussa del gruppo guidato da Jensen Huang, ma rivelano anche che la fase di espansione più esplosiva potrebbe essere già alle spalle.
Risultati super nel 2T
Nel trimestre chiuso a fine luglio 2025, Nvidia ha registrato ricavi per $46,7 miliardi, in crescita del 56% rispetto all’anno precedente e in linea con le attese del mercato. Il segmento data center, cuore pulsante del business grazie ai chip che alimentano i modelli di intelligenza artificiale, ha generato $41,1 miliardi, leggermente al di sotto della stima media di $41,3 miliardi.
L’utile netto è balzato a $26,4 miliardi, con un incremento del 59% su base annua. Numeri impressionanti, ma non sufficienti a placare i dubbi degli investitori: il titolo ha perso circa il 3% nelle contrattazioni after-hours e ora perde il 2% nelle negoziazioni pre-market.
Il punto critico è la guidance per il trimestre in corso: Nvidia prevede ricavi per $54 miliardi, una cifra solo marginalmente superiore al consenso degli analisti (53-54 miliardi), ma ben lontana dalle proiezioni più ottimistiche che superavano i $60 miliardi.
La questione Cina
Un elemento chiave nelle difficoltà di Nvidia resta la questione cinese. Dopo mesi di incertezza, l’amministrazione Trump ha concesso ad agosto la possibilità di riprendere le vendite dei chip H20, a condizione che il governo statunitense possa ricevere il 15% dei ricavi generati dalla vendita di chip in Cina. Nonostante il compromesso, la realtà è più complessa: Pechino sta facendo pressioni sulle proprie aziende tecnologiche a non acquistare i processori H20. La Cina sospetta che i chip venduti da Nvidia possano essere, infatti, compromessi.
Il risultato è stato un buco di circa $4 miliardi nei ricavi data center del trimestre, compensato solo in parte da ordini pregressi.
Il futuro rimane incerto: la Casa Bianca potrebbe autorizzare la vendita in Cina della nuova architettura Blackwell, ma con capacità ridotte del 30-50%. Nvidia spinge per ottenere l’approvazione, convinta che i suoi chip rappresentino ormai lo standard de facto per l’inferenza (campo dove anche AMD sta sviluppando dei chip molto potenti).
Le performance di Blackwell
Nonostante le incertezze geopolitiche, Jensen Huang ha sottolineato che la domanda di Blackwell resta “straordinaria”. Le vendite dei nuovi chip sono salite del 17% rispetto al trimestre precedente.
Per Huang, Nvidia non è più solo un produttore di GPU, ma una vera e propria infrastruttura per l’intelligenza artificiale. L’azienda offre ormai server, soluzioni di networking e sistemi integrati, con l’obiettivo di rendere i data center più efficienti.
La visione è di lungo periodo: Huang stima che i grandi player tecnologici investiranno tra i $3.000 e i $4.000 miliardi in infrastrutture AI entro il 2030, e Nvidia punta a catturarne fino al 70%.
La reazione di Wall Street
Il problema, però, non è tanto la domanda in sé quanto il ritmo di crescita. Dopo trimestri caratterizzati da incrementi a tre cifre, l’ultimo bilancio mostra il tasso più contenuto degli ultimi due anni.
Crediamo che i grandi colossi del cloud possano decidere di rallentare temporaneamente gli acquisti, in attesa di verificare i ritorni concreti delle applicazioni AI.
La diversificazione: gaming e automotive
Nvidia continua a puntare sulla diversificazione. Il gaming, un tempo colonna portante, ha generato $4,29 miliardi, superando le stime di 3,8 miliardi. L’automotive ha invece registrato $586 milioni, leggermente sotto le previsioni (Nvidia offre soluzioni di infotainment avanzato e chip specializzati per la guida autonoma).
Questi numeri confermano che l’AI resta la locomotiva principale, ma mostrano anche che l’azienda mantiene una base di ricavi più ampia e meno dipendente da un singolo mercato.
Buyback record e fiducia interna
Un altro segnale forte è arrivato dalla politica di buyback: Nvidia ha annunciato 60 miliardi di nuovi riacquisti di azioni, dopo i 24,3 miliardi già spesi nella prima metà dell’anno. Un impegno di questa portata indica che il management considera il titolo ancora sottovalutato rispetto alle prospettive di lungo termine.
Secondo Huang, “questo è un anno da record, e mi aspetto che anche il prossimo lo sarà”. Una dichiarazione che punta a rassicurare gli investitori, pur in un contesto di crescita meno esplosiva.
L’AI dopo l’hype: sostenibilità degli investimenti
Il punto cruciale è capire se la crescita osservata negli ultimi due anni rappresenti un nuovo livello “strutturale” o se sia stata alimentata da un’onda speculativa destinata a stabilizzarsi.
Le aziende stanno investendo somme colossali per sviluppare modelli sempre più complessi, ma i ritorni economici immediati restano incerti. Finché i casi d’uso più redditizi — dall’assistenza clienti automatizzata alla ricerca scientifica accelerata — non diventeranno mainstream, il rischio è che gli investimenti possano rallentare temporaneamente.
Huang respinge questa visione, parlando di un’opportunità “immensa” e di una vera rivoluzione industriale che cambierà ogni settore. Gli investitori, tuttavia, sembrano volere prove concrete che i ricavi dei colossi cloud cresceranno in proporzione agli investimenti infrastrutturali.
Nvidia al bivio
Il trimestre di Nvidia fotografa un’azienda che continua a macinare record, ma che inizia a fare i conti con le sfide tipiche della maturità:
- Crescita ancora forte, ma meno esplosiva rispetto al recente passato.
- Dipendenza dal mercato cinese, condizionata dalle tensioni geopolitiche.
- Leadership tecnologica intatta, con il Blackwell in rampa di lancio.
- Mercato azionario sensibile, pronto a reagire a ogni segnale di rallentamento.
Per gli investitori, la domanda è se Nvidia sia semplicemente entrata in una fase di crescita più sostenibile o se stia per affrontare una inversione di tendenza. Per Huang e il suo team, la sfida è dimostrare che la “rivoluzione industriale dell’AI” non è solo uno slogan, ma un percorso capace di generare valore per almeno un altro decennio.
Se i numeri del trimestre mostrano una frenata relativa, la visione strategica resta immutata: Nvidia vuole restare la spina dorsale dell’intelligenza artificiale mondiale.
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