
L’economia canadese si è contratta a un ritmo più netto del previsto nel secondo trimestre, a causa del calo delle esportazioni a causa dei dazi statunitensi, ha dichiarato venerdì Statistics Canada.
L’economia si è contratta dell’1,6% su base annualizzata nei tre mesi fino al 30 giugno dopo una crescita del 2,0% nel primo trimestre, anche se rivista al ribasso.
Questa triste performance ha portato la crescita annualizzata del primo semestre per l’anno appena sopra lo zero, ad appena lo 0,4%.
Il suo calo nel secondo trimestre è stato il primo trimestre di contrazione del paese in sette trimestri e ha evidenziato un’improvvisa perdita di slancio. Gli analisti intervistati da Reuters avevano previsto un calo minore dello 0,6%.
La debolezza delle esportazioni e degli investimenti pesa sulla crescita
Le esportazioni sono state il freno più significativo per l’economia, con un calo del 7,5% nel trimestre, il calo maggiore in cinque anni.
Il calo dei flussi commerciali, esacerbato dai dazi statunitensi, ha messo in ombra gli aumenti in altre parti dell’economia.
Gli investimenti delle imprese hanno mostrato sintomi di stress. La spesa per macchinari e attrezzature è diminuita dello 0,6%, il primo calo dallo scoppio dell’epidemia.
Il calo delle esportazioni e degli investimenti ha sottolineato la vulnerabilità del Canada agli shock esterni e alle condizioni del commercio globale.
La domanda interna attutisce il colpo
Nonostante le difficoltà esterne, la domanda interna ha svolto un ruolo di cuscinetto. La spesa per consumi finali delle famiglie è aumentata del 4,5% su base annua, grazie alla forte attività dei consumatori.
Gli investimenti residenziali sono aumentati del 6,3%, mentre la spesa pubblica per consumi finali è aumentata del 5,1%.
Nel complesso, la domanda interna è aumentata del 3,5%, indicando che la spesa delle famiglie e del settore pubblico è rimasta forte nonostante la debolezza del settore commerciale.
Il PIL mensile evidenzia una persistente debolezza
Il prodotto interno lordo è sceso dello 0,1% a giugno, ha detto giovedì anche Statistics Canada, dopo i cali di aprile e maggio.
Il calo mensile è stato guidato dalla produzione nei settori produttori di beni, che costituiscono un quarto dell’economia canadese.
Ha rappresentato il terzo mese consecutivo di contrazione, la prima volta in tre anni che l’economia si è contratta per tre mesi di fila. Il PIL di giugno dovrebbe crescere dello 0,1%, secondo gli analisti.
A luglio, una stima anticipata indicava che l’economia sarebbe potuta crescere dello 0,1%, segnalando che potrebbe essere sulla strada di una leggera ripresa nel terzo trimestre.
Aumentano la reazione del mercato e le aspettative di taglio dei tassi
I dati deludenti sul PIL si sono aggiunti alle aspettative che la Banca del Canada (BoC) possa essere costretta ad allentare la sua politica monetaria. Il tasso di interesse di riferimento della banca centrale è rimasto invariato al 2,75% nelle ultime tre riunioni.
L’importo del taglio dei tassi della Bank of Canada (BoC) scontato alla riunione della banca centrale del 17 settembre è salito al 48% dal 40% prima della pubblicazione del PIL.
I mercati finanziari hanno reagito immediatamente. Il dollaro canadese è sceso dello 0,17% a 1,3771 per dollaro USA, o 72,62 centesimi di dollaro.
I rendimenti dei titoli di Stato a due anni sono scesi di 2,8 punti base al 2,664% a causa delle crescenti aspettative di allentamento della politica monetaria.
Prospettive: cauto ottimismo in un contesto di incertezza
Sebbene la contrazione del secondo trimestre abbia rappresentato una battuta d’arresto significativa, la durata della domanda interna e i primi segnali di ripresa a luglio indicano che l’economia potrebbe evitare una flessione prolungata.
Ciononostante, con le esportazioni sotto pressione e il rallentamento degli investimenti delle imprese, le prospettive di crescita del Canada rimangono incerte.
A settembre, la Banca del Canada si trova di fronte a una difficile decisione politica, che bilancia i rischi di inflazione con gli indicatori apparenti di un rallentamento dell’economia.
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